di Matteo Barbero
La formulazione della norma è piuttosto restrittiva, ma sembra comunque consentire di assumere a parametro le informazioni proprie di ciascun ente sia per quanto concerne lo stock di debito (che deve essersi ridotto almeno del 10% rispetto all’anno scorso) che rispetto all’indicatore di ritardo medio annuale (che deve essere pari a 0 o negativo). Resta da capire se, oltre a considerare i pagamenti non comunicati, gli enti possano valorizzare altri elementi, quali ad esempio eventuali periodi di sospensione delle fatture non inseriti in Pcc. Il tutto, come detto, dovrà essere validato dall’organo di controllo di regolarità amministrativa e contabile, che dovrebbe coincidere con l’organo di revisione economicofi nanziaria. In caso contrario, entro il 28 febbraio occorrerà accantonare una percentuale dall’1 al 5% della spesa destinata all’acquisito di beni e servizi, previa deliberazione della giunta e successiva variazione di competenza consiliare. L’applicazione immediata del meccanismo, tuttavia, porrà seri problemi attuativi specialmente in un esercizio complicato come si annuncia essere quello in corso. In questo senso, sarebbe parso sensato differire di qualche settimana almeno la scadenza per la quantifi cazione del fondo. Vede comunque il bicchiere mezzo pieno uno dei fi rmatari degli emendamenti, Roberto Pella (Forza Italia), anche se evidenzia come non tutte le questioni e d’interesse per i comuni sia state accolte: «mi auguro che l’insediamento del nuovo governo possa affrontare con priorità tali criticità, mettendo i sindaci nelle condizioni di lavorare al meglio», conclude Pella.
Sempre in materia di fatture si prevede altresì che, a decorrere dal 1° gennaio 2021, per le singole amministrazioni pubbliche, siano pubblicati e aggiornati con cadenza trimestrale i dati riguardanti le fatture emesse in ciascun trimestre dell’anno, e pagate entro i termini ed entro tre, sei, nove e dodici mesi dalla scadenza. Fra le novità dell’ultima ora si segnala anche la norma che proroga, limitatamente al 2021, una serie di termini in materia di contributi ai comuni con popolazione inferiore a 1.000 abitanti per interventi di messa in sicurezza di scuole, strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento delle barriere architettoniche a beneficio della collettività, nonché per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo territoriale sostenibile (cosiddetto «piano spagnolo»). Viene spostato dal 15 gennaio al 15 aprile il termine per emanare il decreto del ministero dell’interno per l’assegnazione delle risorse a ciascun comune con popolazione inferiore a 1.000 abitanti. Slitta dal 15 maggio al 15 agosto il termine entro cui il comune benefi ciario del contributo è tenuto ad iniziare l’esecuzione dei lavori. Dal 15 giugno si sposta al 15 settembre il termine per la eventuale revoca dei contributi. E’ infine prorogato il termine per i comuni benefi ciari dei contributi oggetto di revoca e contestuale riassegnazione, che sono tenuti a iniziare i lavori entro il 15 gennaio dell’anno 2022.
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