Criticità del recupero tributario quando la notifica degli accertamenti avviene a fine anno

14 Giugno 2023
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L’incasso limitato di un ente locale dovuto alla notifica degli accertamenti, relativi al recupero dell’evasione tributaria, effettuati a fine anno generano criticità in termini di cassa sulle entrate previste a preventivo per il finanziamento dei programmi di spesa dell’ente, rileva ai fini della salvaguardia degli equilibri finanziari dell’ente qualora finisca con l’implicare una sovrastima dei crediti e, conseguentemente, del risultato di amministrazione. Sono queste le indicazioni della Corte dei conti dell’Emilia Romagna (deliberazione n.84/2023) a seguito della verifica delle risultanze contabili di un ente locale.

Il fatto

In ragione di un basso rapporto tra incassi e crediti tributari, l’ente ha in parte giustificato che il fatto sia dovuto essenzialmente, per il recupero dell’evasione tributaria, al fatto che la notifica degli avvisi di accertamento viene effettuata a fine anno, con la conseguenza che gli importi più rilevanti vengono riscossi nell’esercizio successivo. A tal fine l’ente evidenzia che, in ogni caso, come sia stato effettuato un accantonamento adeguato al fondo crediti di dubbia esigibilità.

Le indicazioni del Collegio contabile

Per i magistrati contabili, solo un’accurata e ponderata attività di previsione “a monte” e di accertamento nel corso dell’esercizio (e non alla fine dello stesso), può preservare l’ente locale dall’irregolare “accumulo” di residui attivi che, se di rilevante consistenza e difficile, se non impossibile, riscuotibilità, possono incidere in maniera determinante sull’effettiva disponibilità di cassa dell’ente. Ricorda la Sezione che, partendo dall’indefettibile principio generale della indisponibilità dell’obbligazione tributaria riconducibile ai principi di capacità contributiva (art. 53, c. 1, Cost.) ed imparzialità nell’azione della pubblica amministrazione (art. 97 Cost.), espressione entrambi del più generale principio di eguaglianza nell’ambito dei rapporti tributari, si giunge alla considerazione che la riscossione dei tributi diviene attività necessaria ed indispensabile per garantire risorse al Comune. Dall’indisponibilità dell’obbligazione tributaria, vincolata ed ex lege, si ricava quindi la conclusione circa l’irrinunciabilità della potestà impositiva, con i corollari della non prorogabilità del recupero delle somme a tale titolo dovute e della necessità che l’azione del Comune sia tempestivamente volta ad evitare la prescrizione del credito tributario. D’altra parte, la capacità di riscossione, incidendo sull’effettiva disponibilità, in termini di cassa, delle entrate previste a preventivo per il finanziamento dei programmi di spesa dell’ente, rileva ai fini della salvaguardia degli equilibri finanziari dell’ente qualora finisca con l’implicare una sovrastima dei crediti e, conseguentemente, del risultato di amministrazione. Inoltre, eventuali accantonamenti al FCDE conseguenti alle difficoltà sul lato della riscossione, per quanto in grado di neutralizzare tali effetti, non possono essere considerati risolutivi in una prospettiva di lungo periodo, entro la quale l’ente deve provvedere ad azionare opportune leve organizzative che consentano l’effettiva affluenza di entrate in bilancio tali da consentire una programmazione delle spese volta ad approntare le necessarie misure per soddisfare i bisogni della collettività.

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