Concessione in comodato dei beni patrimoniali dell’ente locale. Le condizioni

Fermo restando che il patrimonio è uno strumento strategico della gestione finanziaria in quanto espone un complesso di risorse che l’Ente è tenuto ad utilizzare in maniera ottimale, ed a valorizzare, in vista del migliore e più proficuo perseguimento delle proprie finalità istituzionali, tuttavia, in presenza di attività sussidiarie, è possibile anche la sua mancata valorizzazione (cessione in comodato.

5 Agosto 2022
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Fermo restando che il patrimonio è uno strumento strategico della gestione finanziaria in quanto espone un complesso di risorse che l’Ente è tenuto ad utilizzare in maniera ottimale, ed a valorizzare, in vista del migliore e più proficuo perseguimento delle proprie finalità istituzionali, tuttavia, in presenza di attività sussidiarie, è possibile anche la sua mancata valorizzazione (cessione in comodato). La Corte dei conti del Veneto (deliberazione n.109/2022) ha fornito ad un ente locale le linee di principio per rendere l’operazione legittima.

La richiesta del Sindaco

Un Sindaco ha chiesto un parere ai magistrati contabile circa la possibilità di non chiedere canone di affitto e rimborso delle spese ai medici convenzionati con il Sistema Sanitario Regionale per gli ambulatori appartenenti ai comuni sull’utilizzazione di un immobile di proprietà dell’ente. Le ragioni di tale richiesta sono riconducibili al fatto che: a) trattasi di professionisti in regime di convenzione con la Regione che attribuisce un rimborso forfettario delle spese di affitto e spese di consumo (utenze) direttamente in busta paga; b) nell’ambulatorio di proprietà comunale oltre allo svolgimento di una attività che potrebbe sembrare gratuita per i mutuati, in realtà pagata forfettariamente dalla Regione, vengono svolte anche visite c.d. private, cioè a vantaggio di utenti non appartenenti al novero dei propri mutuati, anche se cittadini.

Le indicazioni del Collegio contabile

Per i giudici contabili non vi sono dubbi sul fatto che lo scopo del patrimonio disponibile è generalmente quello di produrre reddito e, di conseguenza, la concessione in uso gratuito di un immobile pubblico costituisce, in via generale, un utilizzo non coerente con le finalità del bene, poiché non reca alcuna entrata all’Ente. Pertanto, l’ente locale è tenuto ad improntare la gestione del proprio patrimonio a criteri di economicità ed efficienza, l’uso gratuito, in assenza dei presupposti di legge, concretizzerebbe una ipotesi di depauperamento delle ricchezze della collettività amministrata in violazione del principio di buona amministrazione. Ad analoghe considerazioni si perviene in relazione alla eventuale gratuità anche delle utenze relative al bene concesso. Tuttavia, non è precluso priori, all’amministrazione, la concessione in uso gratuito di propri beni immobiliari, quale forma di sostegno e di contribuzione indiretta nei confronti di attività di pubblico interesse, strumentali alla realizzazione delle proprie finalità istituzionali a vantaggio dei cittadini. Nel caso di specie, la possibilità, in astratto, di non chiedere il canone di affitto ed il rimborso delle spese a medici convenzionati con il Servizio Sanitario regionale per l’uso degli ambulatori di proprietà del Comune va valutata alla stregua dei suesposti canoni ermeneutici, con particolare attenzione all’assenza di qualsivoglia scopo di lucro nell’attività concretamente svolta dagli utilizzatori dei beni stessi. In caso di valutazione positiva, poi, sarà onere del Comune concedente monitorare il permanere delle condizioni legittimanti la gratuità dell’uso.

Rispetto alle condizioni indicate nella domanda, appare preclusa la possibilità all’ente locale di concedere l’immobile in uso gratuito in quanto, da un lato, i medici utilizzatori/richiedenti il bene operano in qualità di professionisti, sia pure in regime di convenzione con il Sistema Sanitario regionale, e percepiscano dall’Ente convenzionato un rimborso forfettario delle spese di locazione e di gestione (utenze) dei locali adibiti a studi medici, dall’altro lato, inoltre, i predetti medici svolgono negli ambulatori di proprietà comunale anche una visite specialistiche private, a vantaggio di soggetti diversi rispetto ai propri mutuati.

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