La proposta di Pella è stata accolta dalla presidente della commissione, Emanuela Corda, e condivisa da tutti i capigruppo. «In sintonia col viceministro Castelli cercheremo di affrontare questo tema oltre che nelle sedi politiche anche nella bicamerale per le questioni regionali che è la sede più opportuna essendo l’unica commissione bicamerale di rango costituzionale dove siedono deputati e senatori di tutti i partiti», ha spiegato Pella. «Il Parlamento sarà risoluto nel trovare una soluzione che eviti il dissesto fi nanziario di molti comuni. La questione assume un’importanza fondamentale, soprattutto alla vigilia di una stagione nella quale le amministrazioni pubbliche territoriali saranno chiamate a non vanificare il grande sforzo della ripartenza, contribuendo alla realizzazione concreta di numerosi progetti presenti nel Recovery Plan». «È stato lo stesso presidente del consiglio Mario Draghi a ribadire in Parlamento il ruolo strategico degli enti locali nella gestione delle risorse del Pnrr», ha proseguito il vicepresidente Anci. La richiesta di un intervento urgente, intanto, è già arrivata sul tavolo del numero uno del Mef. I presidenti di Anci e Upi, Antonio Decaro e Michele de Pascale, hanno scritto al ministro Franco (e per conoscenza anche al ragioniere generale dello stato, Biagio Mazzotta, al capo di gabinetto di via XX Settembre, Giuseppe Chinè e all’ispettore capo Salvatore Bilardo) per metterli in guardia dagli «squilibri gestionali irreparabili» che la sentenza della Consulta produrrebbe negli enti già impegnati in percorsi di ripiano dei disavanzi pregressi. Gli enti rischiano infatti di dover iscrivere nel bilancio di previsione 2021-2023 quote di restituzione del debito signifi cativamente aumentate rispetto a quanto consentito dalle norme (articolo 39-ter, commi 2 e 3 del decreto legge 162/2019) bocciate dalla Consulta.
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