Comuni, giù gli incassi

ItaliaOggi
28 Luglio 2021
Modifica zoom
100%

di Alessandro Lorenzini

I dati del rapporto di verifica dei risultati della gestione delle Entrate 2020
Da lotta all’evasione da 14,6 a 1,6 mln di euro
Lotta all’evasione locale a picco. Nel corso del 2020 sono state prese in carico dalle strutture operative dell’Agenzia delle entrate 3.383 segnalazioni qualificate provenienti dai Comuni, contro le 4051 del 2019. Sono invece 125 gli accertamenti consuntivati ordinariamente in relazione ai quali al sistema informativo risulta collegata almeno una segnalazione qualificata dei comuni: da questa attività sono state accertate maggiori imposte per circa 1,6 milioni di euro, in drastico calo rispetto all’anno precedente. Infatti, nel 2019 erano stati 816 gli accertamenti consuntivati in relazione ai quali risultava collegata almeno una segnalazione qualificata dei comuni, da questa attività di controllo erano stati accertati 14,6 milioni di euro di maggiori imposte.

È quanto emerge dal rapporto di verifica dei risultati della gestione dell’Agenzia delle entrate relativo al 2020, pubblicato dal Mef (si veda ItaliaOggi del 24/07). Delle 3.383 segnalazioni qualificate provenienti dai Comuni, il 65% proviene da Comuni del nord, il 23% dal Sud e Isole e il 12% dai Comuni del centro. Il rapporto evidenzia che le segnalazioni qualificate provenienti dai Comuni registrate per l’anno 2020 si distinguono in 1.198 segnalazioni provenienti dall’ambito “Proprietà edilizie e patrimonio immobiliare” (pari al 35%), 947 segnalazioni provenienti dall’ambito “Beni indicanti capacità contributiva” (pari al 28%), 913 segnalazioni provenienti dall’ambito “Urbanistico e territorio” (pari al 27%), 273 segnalazioni provenienti dall’ambito “Commercio e professioni” (pari all’8%) e 52 segnalazioni provenienti dall’ambito “Residenze fiscali all’estero” (pari al 2%). A fronte dei 125 accertamenti in relazione ai quali al Sistema Informativo risulta collegata almeno una segnalazione qualificata dei Comuni, in netto calo rispetto agli 816 del 2019, è stato possibile accertare maggiori imposte per circa 1,6 milioni di euro, più della metà (il 51%) è stato eseguito nell’ambito delle proprietà edilizie e del patrimonio immobiliare. Analisi della compliance. Nel rapporto di verifica vengono inoltre esposti i risultati di uno studio che ha analizzato la compliance delle persone fisiche con partita Iva attiva, interessate da un controllo fiscale negli anni che vanno dal 2012 al 2016. Il rapporto sottolinea che «l’obiettivo del lavoro è quello di determinare una strategia identificativa che permetta di analizzare gli effetti nel tempo e nello spazio dell’attività di audit dell’Agenzia, e di quantificare l’effetto indiretto del rafforzamento della riscossione dei tributi».

Lo studio riporta i valori medi dichiarati dalla totalità dei contribuenti osservati (473.494), suddivisi tra quelli che hanno avuto percezione di un accertamento fiscale nell’anno precedente rispetto a quello osservato e quelli che non hanno avuto tale percezione. Con riferimento all’analisi di Iva, Irpef e Irap lo studio evidenzia importi significativamente più alti per i contribuenti del primo gruppo rispetto a quelli del secondo. Considerando l’Iva, i contribuenti del primo gruppo hanno dichiarato nel 2013 più di 41 mila euro, contro i 33 mila del secondo gruppo. La stessa dinamica si ripete negli anni successivi e con riferimento alle altre imposte. I risultati dell’analisi mostrano inoltre che per 1.000 euro di base Iva dichiarata da un contribuente non controllato, un contribuente accertato, nella prima dichiarazione successiva alla percezione del controllo, dichiara 36 euro in più. Tale incremento di base dichiarata diventa pari a 18 euro per l’Irap e 5 euro per l’Irpef.

In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento