Bonus edilizi, verso il blocco agli acquisti degli enti

il sole24ore
16 Febbraio 2023
Scarica PDF Stampa
Modifica zoom
100%
di GIUSEPPE LATOUR (Il Sole 24 Ore – 16/02/2023) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

La corsa degli enti pubblici all’acquisto dei crediti fiscali nati da lavori di ristrutturazione potrebbe finire con una brusca e inattesa frenata. Sulle molte operazioni che, con formule diverse, stanno prendendo forma in tutta Italia pesa la classificazione di bilancio dei crediti, che finirebbero per essere considerati una forma di indebitamento. Così, il Governo starebbe studiando una norma, da inserire in un prossimo provvedimento, che porterà addirittura al divieto di acquisto di questi crediti da parte di soggetti pubblici.

Il fenomeno degli acquisti degli enti pubblici è partito piano, con un’iniziativa della Provincia di Treviso, che ha annunciato l’acquisto di 14,5 milioni di crediti da due banche. Con il passare dei giorni, però, si è rapidamente allargato. Passando dalla Sardegna, che ha approvato una norma nella sua legge di Stabilità, alla Basilicata, poi al Piemonte e via a seguire molti altri. In settimana si è registrata la presa di posizione del governatore della Liguria, Giovanni Toti, anche lui pronto a lanciare un programma di acquisti. Mentre, poco prima, si erano fatti avanti la Provincia e il Comune di Pesaro.

Questo elenco, però, non restituisce da solo la dimensione del fenomeno: attualmente l’acquisto di crediti fiscali è un elemento di discussione in tutte le Regioni italiane e in moltissimi grandi Comuni. Anche se solo una parte si è già fatta avanti pubblicamente, tutti si stanno chiedendo se gli enti pubblici possano giocare un ruolo nella partita dello sblocco della cessione dei crediti, andando a liberare capacità fiscale delle banche, da reimpiegare a sostegno delle imprese. Con uno sforzo cumulato che potrebbe viaggiare nell’ordine di miliardi di euro. Un aiuto importante, forse addirittura decisivo, dal momento che la stima dell’Ance è che attualmente i crediti incagliati valgano circa 15 miliardi.

Così, vista la crescita di interesse sul tema, alla questione ha iniziato a interessarsi anche il ministero dell’Economia, sollecitato a intervenire sul punto da molte parti: in primo luogo, dalle Regioni stesse, preoccupate di dare alle loro iniziative un inquadramento solido; ma anche da imprese e banche, a caccia ormai da mesi dell’Uovo di Colombo che chiuda per sempre la telenovela dei crediti fiscali incagliati.

In sostanza, l’acquisto di questi crediti da parte degli enti pubblici sarebbe considerato indebitamento e, quindi, sarebbe ammesso in forme limitatissime. Non certo nelle proporzioni che alcune amministrazioni stanno ipotizzando in questi giorni. Inoltre, questi acquisti sarebbero in odore di incostituzionalità: contrasterebbero con i principi del pareggio di bilancio e con le competenze legislative attribuite allo Stato.

Su questa vicenda, poi, pendono tutti i nodi non risolti degli acquisti di crediti fiscali. A partire dal tema dei sequestri che, come affermato dalla Cassazione con diverse sentenze, travolgono il credito in tutti i suoi passaggi, bloccando anche i cassetti fiscali degli acquirenti in buona fede. Un principio molto penalizzante, che colpirebbe anche gli enti pubblici. Così, il Governo potrebbe introdurre una norma che vieti esplicitamente questi acquisti.

* Articolo integrale pubblicato sul Sole24ore del 16 febbraio 2022.

Scrivi un commento

Accedi per poter inserire un commento