Bilancio comuni, al revisore l’obbligo di certificazione

ItaliaOggi
16 Marzo 2018
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Secondo quanto contenuto nello schema di decreto del mef presentato in Conferenza Stato-Città e autonomie locali, che disciplina il meccanismo di coordinamento della finanza territoriale in sostituzione del patto di stabilità, entro il prossimo 31 marzo, gli enti locali dovranno certificare il rispetto (o la sforamento) del pareggio di bilancio 2017 non solo in termini di competenza, ma anche in termini di cassa. Ma la seconda certificazione rileva solo ai fini dell’attribuzione delle premialità. Entro la fine di questo mese, comuni, province e città metropolitane, dunque saranno chiamate ad attestare di aver conseguito, nell’esercizio appena chiuso, un saldo non negativo fra entrate e spese finali. La verifica più importante riguarda la competenza (differenza fra accertamenti e impegni), ma anche la cassa assume rilevanza: a tal fine, occorre calcolare la differenza fra incassi e pagamenti, considerando i dati cumulati della gestione di competenza e dei residui. Proprio in tale ottica, il decreto prevede due distinti prospetti, denominati Certif. 2017 per la competenza e Certif. 2017/A per la cassa. Tale impostazione è stata voluta perché se dal primo emerge un saldo negativo, l’ente è soggetto alle pesanti sanzioni previste in caso di inadempienza, ovvero decurtazione delle spettanze, blocco delle assunzioni, divieto di indebitamento, tetto agli impegni di spesa corrente e riduzione delle indennità degli amministratori. Il secondo prospetto, invece, viene considerato solo ai fini dell’erogazione delle premialità finanziate con i proventi delle «multe» elevate a chi ha sforato, che sono riservate agli enti con un saldo di cassa positivo o pari a 0.

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