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Meloni ha proseguito lodando l’operato dei sindaci, i quali costituiscono “le istituzioni di prossimità e rappresentano un avamposto di umanità, oltre che di competenze. Tengono saldo il legame tra i cittadini e le istituzioni anche in periodi difficili, come hanno fatto con la pandemica, con la crisi ucraina, facendo ricorso a creatività e realismo. Grazie a voi sindaci che mantenete vivi i rapporti talune volte salvando la faccia alle inefficienze delle altre istituzioni”.
Le sfide del PNRR e la Legge di Bilancio 2023
Spazio quindi alle considerazioni sulla futura Manovra di bilancio. “Il PNRR come ricordato dallo stesso Presidente Mattarella, è un appuntamento che l’Italia non può eludere – ha dichiarato Meloni – e il Governo si impegna a far si che i Comuni siano in grado di portare avanti gli investimenti, gli stessi comuni hanno bisogno del sostegno dello Stato. Appena insediata, infatti, ho riattivato la Cabina di regia, con un maggior coordinamento e una collaborazione più forte dei livelli istituzionali e anche delle parti sociali e dei sindacati per risolvere celermente le criticità incontrate. Ora è necessario accelerare l’iter dei progetti, cruciale il passaggio tra assegnazione delle risorse e attuazione dei programmi che nel mezzo hanno bisogno di norme certe, stabili, chiarendo tutti i passaggi intermedi”.
“Abbiamo accolto le richieste che l’ANCI ha raccolto sui territori – ha precisato Meloni – ma ora è necessario avere una visione di insieme di tutti gli interventi che sono da mettere in cantiere, integrando altre forme di finanziamento come gli interventi delle politiche di coesione e la prossima programmazione con ricadute dirette sul territorio che tengano conto anche della crisi energetica che è in corso, il caro energia.
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La questione dell’abuso di ufficio
Per quanto riguarda gli interventi in materia di pubblica amministrazione, Meloni ha precisato che “sulla responsabilità degli amministratori locali, a partire dalle norme penali il cui perimetro è troppo elastico e che portano le loro azioni ad interpretazioni troppo diverse e che condizionano la firma. Il 93 per cento dei reati di abuso di ufficio si risolve con un’archiviazione ma passano svariati anni fino tanto che arrivi il giudizio – ha dichiarato – la paura della firma blocca gli interventi. Bisogna avere la certezza che la firma non costituisca un reato, non impunità ma regole certe, per tutelare gli onesti. Serenità per chi vuole operare nell’onestà senza rischiare”.
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