Salta il contributo di solidarietà, che rimane solo per i parlamentari. E saranno ammorbiditi, di circa due miliardi, i tagli a comuni regioni e province, mentre per la loro soppressione (con conferimento delle competenze alle regioni), così come per il dimezzamento di deputati e senatori, si rimanda a un intervento “di natura costituzionale”. Nessun aumento dell’Iva e mano al capitolo pensioni. Sono alcuni dei punti su cui la maggioranza ha trovato l’accordo ieri dopo sette ore di vertice ad Arcore per mettere mano alla manovra mantenendo saldi e tempistica invariati. Si riaprirà dunque anche il capitolo pensioni, che fino all’ultimo sembrava intoccabile per il veto della Lega, anche se si interverrà solo sul calcolo degli anni per raggiungere il congedo dal lavoro: non sarà più possibile, infatti, per raggiungere l’anzianità di servizio, riscattare il servizio militare o gli anni dell’università, anche se verranno comunque computati per il calcolo della pensione. Misura dalla quale, stando alle prime stime solo sullo stop per l’anno di militare, si potrebbe ricavare circa 1-1,5 miliardi di euro. Le altre risorse per alleggerire i tagli agli enti locali dovrebbero arrivare, come riferisce il comunicato diramato da Palazzo Chigi al termine del vertice, da “maggiori poteri e responsabilità nel contrasto all’evasione fiscale con vincolo di destinazione agli stessi del ricavato delle conseguenti maggiori entrate”. In sostanza, spiega il Ministro della semplificazione, Roberto Calderoli, i tagli saranno comunque praticamente “dimezzati” perché bisogna considerare anche “il miliardo” di proventi della Robin Hood Tax (la metà di quelli previsti, perché l’altra andrà ai ministeri) già destinato in manovra alle amministrazioni locali, e pure, “il recupero dell’evasione fiscale” che ora i Comuni che collaborano alla lotta all’evasione percepiranno “al 100% (e non più al 50%)”. Ed entrerà tra le misure anche la ‘tassa sull’evasione’ proposta proprio dal ministro leghista, contro le societa’ di comodo e i trust utilizzati per evadere le tasse, in quelle che da Palazzo Chigi vengono definite “nuove misure fiscali finalizzate a eliminare l’abuso di intestazioni e interposizioni patrimoniali elusive”. A concorrere all’addio al contributo ci saranno anche, però, la “riduzione delle misure di vantaggio fiscale alle società cooperative”. Invece non ci saranno, almeno per il momento, ritocchi dell’Iva. L’aumento dell’imposta sul valore aggiunto resta comunque inserita tra le misure da attuare con la delega fiscale e assistenziale. Salvi anche i piccoli comuni, che dovranno procedere all’obbligo dell’accorpamento dei servizi solo a partire dal 2013, ma manterranno i loro consigli comunali, seppur con meno componenti e senza gettone di presenza. Accolte, secondo quanto riferiscono Isabella Bertolini e Giorgio Straquadanio, anche alcune modifiche chieste dai frondisti, come “il taglio del 25% della pubblica amministrazione” e “la vendita del patrimonio pubblico”.”Le notizie più precise che arrivano dall’accordo di maggioranza riferiscono di una riduzione dei tagli agli enti locali che è di 3 e non di 2 miliardi. Una differenza significativa e un risultato certamente apprezzabile rispetto alle ipotesi meno rassicuranti della prima ora”, afferma Osvaldo Napoli, vice presidente dei deputati del Pdl e presidente facente funzioni dell’Anci. “Si può migliorare ancora – prosegue – in questo senso confido nella sensibilità e nell’intelligenza del presidente Antonio Azzollini, esperto della tematica complessa ma decisiva della finanza locale. Azzollini sa, e non solo lui, quanto decisivo sia il ruolo dei comuni nel preservare gli standard dei servizi sociali che hanno fin qui garantito la coesione sociale del Paese. Sono sicuro che si può fare di più e meglio per riconoscere la funzione di sentinella dei Comuni non solo verso il territorio ma nei confronti dell’equilibrio sociale dell’Italia”. “La lotta all’evasione – aggiunge ancora – con i relativi proventi che rimangono sul territorio e al di fuori del patto di stabilità è un’altra norma certamente favorevole. Domani (oggi, ndr) nella direzione dell’Anci si valuterà con estrema moderazione ed equilibrio, anche alla luce di questi dati, la manovra nel suo complesso”. Intanto i comuni italiani sono in mobilitazione permanente contro i tagli previsti nel decreto-legge n. 138 del 2011. Neanche le notizie arrivate in serata sulle modifiche alla manovra hanno rasserenato il clima. Secondo il sindaco di Milano, Giuliano Pisapia, c’è stato solo qualche “piccolissimo passo indietro” e l’unica soluzione è la mobilitazione. Un documento che una delegazione di sindaci bipartisan (fra cui Marta Vincenzi di Genova, Piero Fassino di Torino, Gianni Alemanno di Roma e Pisapia) ha consegnato al ministro dell’Interno Roberto Maroni parla della possibilità di “forme di disobbedienza istituzionale come l’interruzione di tutte le attività di servizio e collaborazione dello Stato”. In concreto, questo potrebbe portare a una interruzione del servizio di anagrafe o delle ordinanze urgenti. Ieri all’appuntamento al grattacielo Pirelli si sono presentati con la fascia tricolore molti più dei seicento sindaci attesi, tanto che l’auditorium Gaber non è riuscito a contenerli. “Al di là delle aspettative, quasi duemila” ha detto l’ organizzatore della protesta, Attilio Fontana sindaco leghista di Varese e presidente di Anci Lombardia, che per commentare le modifiche alla manovra preferisce aspettare di vedere il testo.
di Fortunato Laurendi
Fonte: www.lagazzetadeglientilocali.it
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