Premessa
A fine marzo 2023, il Governo ha presentato al Parlamento, il disegno di legge, recante “Delega al Governo per la riforma fiscale”, per dare avvio ad un processo di riforma fiscale “generale”. Il testo della Legge delega, Legge 9 agosto 2023, n. 111, è stato approvato in via definitiva dalla Camera in data 4 agosto 2023 e pubblicato in G.U. n. 189 del 14 agosto 2023. Si compone di 23 articoli, distribuiti in 5 titoli, che includono i principi generali, le imposte dirette e indirette, i procedimenti e le sanzioni, i testi unici e codici e disposizioni finanziarie, ma anche previsioni sulla fiscalità locale.
Dal punto di vista tecnico, la riforma si concentrerà sui tributi vigenti (Irpef, Ires, Irap, Iva, tributi locali e minori) mentre, dal punto di vista procedimentale, ossia per quanto afferisce alle dichiarazioni, si focalizzerà sull’attività di accertamento, riscossione e contenzioso. La legge delega si sviluppa su diversi punti, primo fra tutti la riduzione degli scaglioni e delle aliquote dell’IRPEF che, ovviamente, avrà riflessi anche sull’addizionale comunale all’IRPEF. Per la principale imposta diretta, in sostanza, è previsto il riordino delle deduzioni e delle detrazioni, nell’intento di perseguire l’equità orizzontale, con una forma di “flat tax” incrementale per i redditi di lavoro dipendente, volta alla detassazione della tredicesima, degli straordinari e dei premi di produttività, senza trascurare il principio di progressività.
Il percorso verso la flat tax
La legge delega, dunque, si pone l’obiettivo di revisionare l’IRPEF con la previsione, ad opera dell’art. 5, di ridurre gradualmente l’imposta sui redditi delle persone fisiche, pur rispettando il principio di progressività, nell’intento di introdurre, in maniera graduale, un’aliquota unica, con un altrettanto graduale perseguimento dell’equità orizzontale, adottando specifici meccanismi perequativi. La revisione delle aliquote IRPEF è stata confermata, in via preliminare, dal Consiglio dei Ministri del 16 ottobre 2024, con cui si è dato avvio alla riforma della maggiore imposta diretta. Di fatto, le novità intervengono per il solo anno d’imposta 2024 e toccano tre aspetti principali: riduzione degli scaglioni da quattro a tre, incremento della no tax area e rimodulazione delle detrazioni.
Le richieste di ANCI e Regioni
L’annunciata riduzione degli scaglioni IRPEF, incidendo sul gettito dell’imposta sui redditi ha allarmato Comuni e Regioni, tanto che hanno posto all’attenzione le criticità originate dalla manovra sui rispettivi bilanci. La modifica della struttura dell’IRPEF, con l’accorpamento dei due primi scaglioni e con l’applicazione dell’aliquota più bassa nella misura del 23%, in sostanza, abbatte di due punti percentuali l’aliquota del 25% applicata, attualmente, al secondo scaglione (per i redditi fra 15.000 e 28.000 euro). In conseguenza all’accoglimento delle osservazioni riportate, IFEL (Fondazione ANCI), con un proprio comunicato dello scorso 9 novembre, ha precisato che in occasione della Conferenza unificata del “primo modulo” di attuazione della delega fiscale, sono state accettate le due richieste, relative all’addizionale all’IRPEF, avanzate da ANCI e Regioni. In particolare, il Governo ha mantenuto, ma esclusivamente per i Comuni e le Regioni e solo per il 2024, l’articolazione in quattro scaglioni, al fine di salvaguardare il gettito delle relative addizionali. Inoltre, assecondando la pretesa dei Comuni, il termine per l’approvazione delle delibere in ambito di addizionale comunale all’IRPEF, è rinviato al 15 aprile 2024.
Grazie all’invarianza dell’articolazione degli scaglioni, pertanto, i Comuni non avranno la necessità di deliberare una diversa articolazione e potranno disporre di più tempo per provvedere alla verifica del gettito atteso con l’eventuale applicazione della fascia di esenzione. Va da sé che, nel caso in cui il Comune intenda approvare un diverso assetto dell’addizionale comunale all’IRPEF rispetto all’anno 2023, potrà beneficiare del maggior tempo concesso, in modo da approvare aliquote in grado di incrementare il gettito atteso, se aderente alle esigenze dell’ente.
Osservazioni conclusive
Grazie al differimento degli adempimenti afferenti all’addizionale all’IRPEF comunale, si potrà verificare l’effettivo impatto della nuova manovra che comporterà un calcolo particolare per gli importi da destinare a Comuni e Regioni. Si rammenta, altresì, che le variazioni che intervengono successivamente all’approvazione del bilancio di previsione 2024, possono essere recepite alla prima variazione di bilancio utile.
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