Acconto Imu su misura, calibrato ai mesi di possesso fino a giugno

Con l’avvicinarsi del primo appuntamento annuale con l’Imu, il Mef fornisce ulteriori chiarimenti relativi all’applicazione dell’imposta municipale, attraverso alcune faq pubblicate sul proprio sito.

Acconto e saldo non sempre pari sono

La prima rata Imu, in scadenza il 16 giugno, e il saldo da versare a dicembre, devono essere calcolati separatamente tenendo conto dei mesi di possesso nel semestre di riferimento. In pratica non è esatto il diverso orientamento secondo cui è corretto dividere a metà l’importo complessivo relativo all’imposta dovuta per l’intero anno solare.

In caso di immobile acquistato il 1° giugno 2021, l’acconto, quindi, si legge nella faq, dovrà corrispondere a un mese di possesso (giugno) e non al 50% dell’imposta calcolata su 7 mesi (giugno-dicembre). Il chiarimento conferma quanto già detto con la circolare n. 1/2020 del dipartimento delle finanze nella quale si precisava che “… sembra percorribile anche la possibilità per il contribuente di versare l’acconto sulla base dei mesi di possesso realizzatisi nel primo semestre del 2020, tenendo conto dell’aliquota dell’IMU stabilita per l’anno precedente come previsto a regime dal comma 762….”

La soluzione è sostenuta dal disposto dei commi 761 e 762 dell’articolo 1 della legge n. 160/2019, secondo cui l’imposta è dovuta per anni solari proporzionalmente alla quota e ai mesi di possesso e il versamento dell’acconto è pari all’Imu dovuta per i primi sei mesi applicando l’aliquota e la detrazione dei dodici mesi dell’anno precedente.

Obbligo di dichiarazione per le esenzioni da Covid-19

I contribuenti esonerati, nello scorso anno, dal pagamento del tributo in base alle misure connesse all’emergenza Covid-19, devono compilare la dichiarazione Imu 2021.

È la seconda delucidazione fornita con le nuove faq pubblicate sul sito del Mef. La dichiarazione va infatti presentata ogni volta che per effetto di modifiche cambiano i dati utili alla determinazione dell’imposta dovuta e in presenza di informazioni sconosciute al Comune e rilevanti per verificare il corretto pagamento del tributo, come accade appunto, per le esenzioni previste in relazione alla pandemia.

I soggetti interessati dovranno, a tal fine, presentare la dichiarazione barrando la casella “Esenzione” del modello.

L’adempimento non deve essere invece ripetuto al decadere delle agevolazioni connesse al Covid-19, perché trattandosi di misure temporanee, le amministrazioni locali sono a conoscenza del loro “scadere” senza che siano i cittadini a comunicarlo. Quest’ultima ipotesi non è applicabile dagli enti commerciali in quanto tenuti per legge alla presentazione annuale della suddetta dichiarazione.

IMU Imposta Municipale Propria - Manuale operativo

IMU Imposta Municipale Propria - Manuale operativo

L'anno 2020 è un anno ricco di novità per i tributi comunali.

Oltre alla nuova IMU ed all'introduzione dell'accertamento esecutivo anche per i tributi comunali, il legislatore è intervenuto su vari fronti, al fine di sistematizzare la disciplina di riferimento, benché non sembri individuarsi un percorso logico lineare.

Ne è un esempio, tra i tanti, la modifica ai termini di presentazione della dichiarazione IMU consuma con il DL n. 34 del 2019, che ha spostato, solo per gli anni d'imposta 2018 e 2019, il termine di presentazione al 31 dicembre, modifica di cui si fa fatica ad individuare le ragioni logico-giuridiche, non essendo neanche possibile considerare tale spostamento come una semplificazione a favore del contributo.

In generale, si rileva un orientamento legislativo volto a pretendere sempre di più dai Comuni, sanzionandoli pesantemente in caso di omissione o ritardi.

Basti pensare al regime di consiglio delle delibere tributarie comunali che, se non inviato al Ministero delle Finanze entro 14 ottobre 2020, diventano inapplicabili, anche se approvate dal comunale nei termini.

Ritardare o dimenticarsi di inviare la delibera può quindi costare centinaia di milioni di euro; una sanzione eccessiva, e sicuramente irragionevole, per una dimenticanza.

Il quadro normativo poi sarà destinato a mutare ancora nel 2021 con l'introduzione del Canone Unico, sostitutivo dei prelievi sulla pubblicità e sull'occupazione del suolo pubblico.

A complicare il quadro di riferimento, in cui devono operare gli uffici tributi comunali, c'è anche il significativo contributo della giurisprudenza, che non riesce sistematicamente a fornire una soluzione immediata e certa ai dubbi interpretativi, e questo favorisce il proliferare del contenuto, oltre al fatto che occorre attendere mediamente un vedere per vedere conclusa una causa tributaria.

 

Pasquale Mirto
Dirigente del Settore Entrate dell'Unione Comuni Modenesi Area Nord. Direttore scientifico della rivista Finanza e Tributi Locali. Collabora con Anci Emilia-Romagna ed IFEL ed è autore di numerosi articoli e pubblicazioni in materia di tributi comunali. Già membro del Comitato di Gestione dell'Agenzia delle Entrate, nominato su designazione della Conferenza Stato-città ed autonomie locali.

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Pasquale Mirto, 2020, Maggioli Editore
85.00 €

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