La corsa di Consip: gare per 37 miliardi, +126% sul 2024

A fine anno il contatore delle gare pubblicate da Consip arriverà a quota 37 miliardi di euro, con un salto del 126% rispetto ai 16,4 miliardi del 2024

 

Il Sole 24 Ore
19 Novembre 2025
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di GIANNI TROVATI (sul Sole 24 Ore)

Crescerà, a 31 miliardi, anche la spesa intermediata, con un aumento del 10% che triplica il ritmo vissuto nel biennio precedente, e si traduce in 940mila contratti stipulati (+15% in un anno) con 290mila imprese (+20%); in un panorama che vede ormai i mercati digitali (19,5 miliardi, il 63% della spesa) primeggiare rispetto ai classici contratti.

Ma il boom delle gare 2025 è il presupposto per una corsa ulteriore, in uno scenario che punta a raggiungere nel 2030 una mole di acquisti da 62 miliardi: in pratica, se questi traguardi saranno centrati, dal lavoro della società del ministero dell’Economia dovrebbe transitare un terzo delle somme che le Pubbliche Amministrazioni dedicano agli acquisti di beni, servizi e lavori, con un raddoppio secco rispetto al quadro attuale. Sono queste le cifre chiave portate dall’ad di Consip Marco Reggiani al primo Market Day organizzato ieri al ministero dell’Economia.

L’incontro in sala Ciampi è la tappa conclusiva di un percorso, che sarà replicato ogni anno, lanciato nel maggio scorso e articolato in sei tavoli operativi con 60 Amministrazioni, 30 associazioni e 115 imprese. «Questo confronto serve alla Consip per costruire meglio le gare, ma anche agli Enti pubblici per analizzare in modo più puntuale i propri fabbisogni e alle imprese per essere più efficaci nell’esecuzione dei contratti», sostiene Reggiani ricordando che «i soldi pubblici non vengono spesi nella gara, ma con l’attuazione dei contratti. La gara incide soprattutto sulla quantità della spesa pubblica, l’esecuzione sulla qualità, e i contribuenti devono essere interessati a entrambi gli aspetti».

Vista con gli occhi del Mef, lo sforzo per una gestione più efficiente di acquisti e mercati digitali «è uno dei pilastri nella più ampia revisione della spesa e dei processi amministrativi», ha detto nel suo intervento introduttivo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, che ha però voluto sottolineare anche gli impatti sulle imprese che per questa via «hanno accesso a un mercato ampio, trasparente e regolato». Non è solo una questione di volumi, ma anche di servizi e fruibilità sui mercati digitaliPerché dietro ai dati complessivi emerge un’evoluzione per allargare la platea delle imprese interessate dai meccanismi centralizzati di acquisto, in uno scenario di sviluppo che assumerà una forma ufficiale entro fine anno con il nuovo Piano industriale e che punta a coinvolgere al 2030 almeno 400mila imprese.

Già oggi, il 95,3% delle aziende che lavorano con Consip è rappresentato da Pmi, e la via aperta alle piccole e medie imprese è sintetizzata da un dato: a fronte di un +38,8% nelle gare pubblicate (da 80 a 111), il 2025 registra un +61% nei lotti (da 254 a 409), e lotti mediamente più contenuti offrono un terreno di gioco migliore per le imprese medie e piccole. Il riscontro del mercato è in un altro dato: le 2.193 imprese coinvolte nelle gare 2025, contro le 871 del 2024 e le 1.049 dell’anno prima.

La partecipazione ai canali Consip non è un aspetto marginale per gli operatori privati dal momento che, stando a un’analisi condotta dalla società del Mef con Ambrosetti sui database Aida di Bureau Van Dijk con i bilanci di 1,2 milioni di imprese, le aziende attive su Consip hanno visto nell’ultimo triennio un “premio” del 2,5% in termini di fatturato, del 5,2% nel valore aggiunto e del 7,4% nel numero di dipendenti rispetto ai concorrenti comparabili negli stessi settori. L’effetto è figlio di una catena di fattori, che oltre agli acquisti diretti di beni e servizi investe l’attivazione di nuove catene di fornitura. Dai tavoli di confronto, avviati a maggio e dedicati a un ventaglio di settori che va dal digitale e dall’intelligenza artificiale, alla transizione energetica fino alla progettazione, con un focus sulle Pmi, è emerso un insieme di richieste e suggerimenti che incideranno sulla definizione di gare e contratti.

Nell’analisi dei fabbisogni le Pmi spingono ancora sulle dimensioni dei lotti, ma anche le Pa hanno sottolineato l’urgenza di gare più mirate su esigenze specifiche delle Amministrazioni, e modulate su «ecosistemi» omogenei in termini di comparto (ministeri, comuni eccetera) o di servizio (scuole, tribunali e così via). Sui meccanismi di gara le richieste si concentrano su criteri di valutazione più puntuali, e specifici per settore (per esempio da parte di medici quando si parla di sanità digitale), e su parametri di premialità oggettivi e progressivi, ad esempio con punteggi ad hoc per i raggruppamenti di imprese che coinvolgono Pmi e start up o per gli investimenti in innovazione e sostenibilità certificati. Nell’esecuzione dei contratti, invece, sui tavoli c’è la richiesta di semplificazione ma anche di adottare modelli innovativi nei contratti, per collegare remunerazione a performance misurabili.

* Articolo integrale pubblicato su Il Sole 24 Ore del 19 novembre 2025 (In collaborazione con Mimesi s.r.l.)

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