di Francesco Cerisano
«Un primo passo importante sulla strada delle riforme degli enti locali. Ora avanti con la revisione del Tuel che mi auguro che il governo licenzi entro la fine dell’anno». Nel giorno dell’approvazione della proposta di legge Pella, il sottosegretario al ministero dell’interno, Ivan Scalfarotto, guarda avanti e prova a dettare un cronoprogramma per il disegno di legge del governo che conterrà una delega per riscrivere il Testo unico (dlgs 267/2000) ma anche norme puntuali, immediatamente precettive sulla governance delle province. In aula, nel dare parere contrario a tutti gli emendamenti parlamentari formulati (molti dei quali ampiamente condivisibili) Scalfarotto ha spiegato le ragioni del no del governo. Un no di metodo, più che di merito visto che molte questioni saranno affrontate proprio nella riforma organica del Tuel che l’esecutivo si appresta a varare.
Sarà quella la sede per affrontare nodi cruciali come la responsabilità dei sindaci, l’eventuale riscrittura della legge Severino e la riforma dell’abuso d’ufficio. Un tema quest’ultimo su cui, ha detto Scalfarotto, «siamo tutti d’accordo, ma ora è essenziale avere ben chiara quale debba essere la strada per coglierlo visto che quando si interviene sul diritto penale bisogna sempre agire con grande attenzione». Domanda. Sottosegretario, chiusa la partita della Pdl Pella si apre quella della revisione del Testo unico. O meglio gli enti locali si augurano che si apra al più presto vista l’urgenza di molte tematiche sollevate in aula alla Camera proprio nel corso del dibattito sulla proposta di legge. A che punto siamo? Risposta. Stiamo lavorando con la maggioranza per definire un articolato che abbia la maggiore condivisione possibile. Sono giorni di riunioni in sequenza per valutare punto per punto il provvedimento. D. Quando potrebbe essere pronto un testo da portare in consiglio dei ministri? R. Il mio auspicio è che entro la fine dell’anno si possa arrivare ad elaborare un testo definitivo da portare in cdm e poi all’esame del parlamento. A quel punto resterebbe poco più di un anno, prima della fine della legislatura, per approvare la delega e i successivi decreti delegati. Non tantissimo tempo, ma nemmeno poco considerando l’ampia estensione della maggioranza che costituisce un’occasione irripetibile per fare le riforme. D. La riforma dell’abuso d’ufficio, chiesta a gran voce dai sindaci e sulla cui necessità concordano non solo nel suo ministero ma anche in quello della giustizia, sarà inserita nella delega sul Tuel o nelle tre proposte di legge in materia attualmente all’esame di palazzo Madama? R. Valuteremo quale sarà il veicolo più efficace. Siamo tutti d’accordo sull’obiettivo, ora è importante focalizzarsi sulla strada da fare per coglierlo. Quando si va a toccare una norma del codice penale è necessaria molta cautela perché ci sono equilibri delicati da preservare. Il nostro compito è formulare una norma inattaccabile, il cui contenuto tenga a una valutazione tecnico giuridica. Non escludo che, una volta trovata la soluzione normativa migliore, tale lavoro possano transitare nella riforma del Tuel.
Tra parlamento e governo deve esserci un rapporto osmotico. Per esempio sulla revisione delle indennità dei sindaci ricordo che il lavoro è iniziato in parlamento e poi quanto elaborato dalle commissioni è stato recepito dal governo per scrivere la norma inserita in Manovra. La stessa cosa potrebbe accadere per l’abuso d’ufficio. Questo ovviamente non significa che le tre proposte sull’abuso d’ufficio in discussione al Senato siano destinate ad essere rottamate. Basti vedere quello che è accaduto oggi (ieri per chi legge ndr). L’avanzata fase di elaborazione della riforma del Tuel non ha impedito che la proposta di legge Pella venisse approvata. Il lavoro del parlamento è utile per il governo e il governo ne tiene conto. D. Ieri però le opposizioni hanno tuonato contro una presunta invasione di campo dell’esecutivo rispetto alle prerogative parlamentari. R. Se si riferisce al parere contrario del governo sugli emendamenti non si è trattato di una bocciatura di merito ma di metodo. Non era la Pdl Pella la sede per trattare temi che richiedono un approccio organico della materia e l’ho spiegato all’aula. La riforma del Tuel è attesa da 20 anni. E l’esecutivo ci sta lavorando in piena armonia con gli enti locali.
In collaborazione con Mimesi s.r.l.
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