Minenna: «Un testo unico sui giochi, stretta sull’illegalità»

il sole24ore
29 Ottobre 2020
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il dg di dogane e monopoli
«Una quota delle entrate a Regioni e Comuni per i controlli sul territorio»

Riscrivere le regole dei giochi in un nuovo Testo Unico e prevedere la devoluzione di una parte delle entrate del gaming a Regioni e comuni (non come addizionale) anche per dotarli dei mezzi necessari alla cura delle ludopatie. Il tutto accompagnato da un’azione mirata e coordinata di controllo sul territorio contro il gioco illegale con un inasprimento delle sanzioni sul gioco illegale e sull’evasione da imposte da gioco. Per il direttore generale delle Dogane e dei Monopoli, Marcello Minenna, è questa la strada da seguire per confrontarsi e decidere come continuare a gestire il gioco legale in Italia senza lasciare spazi alla criminalità. «Non è un problema di proibizionismo, ma di volersi dare regole certe, semplici e chiare da applicare in modo uniforme su tutto il territorio», sottolinea Minenna.

La riforma dei giochi che il direttore dei Monopoli ipotizza è già inserita tra i collegati alla legge di Bilancio, così come prevede la Nadef, e «dovrà essere l’occasione anche per una rivisitazione complessiva dell’apparato sanzionatorio, amministrativo e penale». Quello che chiede Minenna è la possibilità di potenziare i poteri di indagine e controllo per l’Agenzia. «Poteri che con la riorganizzazione della propria struttura ha sensibilmente rafforzato l’apparato investigativo, concentrando tutte le competenze in materia nella Direzione centrale antifrode». In aggiunta andrebbero inasprite le sanzioni «riformulando quelle in materia di uso illecito di apparecchi legali e di uso di apparecchi illegali, arrivando anche a introdurre il reato di evasione di imposte da giochi, come accade per le imposte dirette e indirette, nonché prevedendo una responsabilità “allargata” ai soci per le società di capitali di minori dimensioni (Srl)».

Occorre dunque decidere come e con quali mezzi lo Stato deve continuare ad esercitare il controllo sul gioco legale e allo stesso tempo contrastare il gioco illegale, quello che in assenza di autorizzazioni va definito gioco d’azzardo e che, è bene ricordarlo, è gestito dalla criminalità. Per Minenna occorre prima di tutto «superare le incongruità derivanti dalla legislazione concorrente, con norme dettate dallo Stato centrale che possono risultare in contrastano con le regole regionali e con altre comunali» e prevedere una quota delle entrate statali del mercato del gioco da destinare a Regioni e Comuni.

L’intesa sulla gestione di distanze e aperture delle sale giochi raggiunta faticosamente nel 2018 dall’allora Governo Gentiloni con le Regioni e gli enti locali non si è mai più tradotta in atti concreti, tanto che governatori e sindaci hanno proseguito negli ultimi due anni a produrre una serie di regolamenti e misure locali anche per mettere, di fatto, al bando il gioco legale. «Anche in questo caso, precisa Minenna, senza alcun tipo di coordinamento dal centro si è finito, in molti casi, per favorire le casse del gioco illegale e della criminalità. Senza considerare poi la confusione dal punto di vista giuridico che si è venuta a innescare con continui interventi del giudice amministrativo, sia in primo grado con i Tar delle varie regioni e recentemente in appello con il Consiglio di Stato».

Per ovviare a questo rischio la sola strada è quella delle proroghe. Sul tavolo si sta discutendo di inserire in legge di bilancio un differimento di almeno 24 mesi per arrivare nel 2022 alla formulazione dei nuovi bandi di gara. Ma di proroga in proroga il rischio di non cambiare le regole e risolvere i nodi è comunque alto. «Ed è proprio questo che vogliamo evitare. Una volta differiti i termini delle gare potremmo sederci e confrontarci avviando così una riflessione su come gestire questo delicato settore». Le norme vanno svecchiate, in materia di giochi ne aesistono almeno 500. Vanno semplificate e rese chiare per tutti. Lo ha fatto la finanza e il sistema bancario con il Testo unico sulle leggi bancarie e creditizie, perché non cerare allora un Testo unico delle leggi sul gioco un nuovo Tulg per intenderci».

Per concretizzare l’intesa nella riscrittura delle regole con regioni e comuni Minenna suggerisce anche la possibilità di «riconoscere a governatori e sindaci una parte delle entrate del gioco da utilizzare per i controlli diretti sul territorio e per sostenere campagne mirate anti ludopatia». Dal nuovo tavolo di confronto, si potrà definire nei dettagli e dare concreta attuazione a quel concetto di devoluzione delle entrate statali già tracciato nell’intesa Stato-Regioni del 2018.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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