Riforma partecipate: “Percorso difficile, ma andiamo avanti”

Con comunicato del 13 settembre 2017 l’ANCI Toscana rende noto che i Comuni italiani hanno tempo fino al 30 settembre per presentare il piano di riordino delle società partecipate.
Il Governo si aspetta che ne vengano tagliate almeno tremila, presumibilmente entro fine legislatura. I sindaci sono d’accordo ma, come ha spiegato il presidente di Anci Toscana e primo cittadino di Prato Matteo Biffoni, “non sarà semplicissimo e ci vorrà il suo tempo: è interesse di tutti arrivare ad offrire ai cittadini buoni servizi a costi ridotti, razionalizzando e tagliando dove serve, ma tutelando i lavoratori”.

Di questo si è parlato stamani in Palazzo Vecchio a Firenze, nell’affollato incontro “Il piano straordinario delle Partecipate” organizzato da Anci Toscana con il Comune di Firenze e Confservizi Cispel Toscana. “Dopo aver a lungo discusso la nuova norma sui tavoli nazionali – ha aggiunto Biffoni –  stiamo portando avanti un percorso che può sembrare impossibile, ma che alla fine abbiamo messo nero su bianco e che oggi  presentiamo ai Comuni in maniera puntuale e precisa. Non si può procedere a strappi, ma l’obiettivo è condiviso e lo raggiungeremo in tempi ragionevolmente brevi”.

Un percorso che il Comune di Firenze ha già intrapreso, come precisa l’assessore Lorenzo Perra: “Noi abbiamo presentato il piano il 30 marzo scorso e lo stiamo applicando seguendo una linea di buonsenso, per ridurre e accorpare le società partecipate. E nessuno perderà il proprio lavoro.  Lo abbiamo già fatto per Ataf, per Centrale del Latte, lo stiamo facendo per Silfi e Sas, che verranno accorpate”.

Per spiegare il punto di vista del Governo è intervenuto il sottosegretario alla semplificazione Angelo Rughetti: “Tutte le volte che in passato si è provato a razionalizzare le partecipate non ci siamo riusciti. Ma questa è la volta buona. Abbiamo messo sanzioni pesanti per i Comuni che non adempiono ma anche incentivi, che forse aumenteremo, per i Comuni che sono bravi”.  “Il piano non interessa i servizi pubblici locali come acqua, trasporti, energia – precisa Righetti – ma per le altre società è necessario intervenire: circa mille sono inattive, circa tremila hanno consigli di amministrazione più numerosi dei dipendenti. Ci aspettiamo un sistema più ordinato, ed è auspicabile che più comuni lavorino insieme per aree omogenee. I Comuni abbiano a cuore l’esercizio di svolgere il ruolo di proprietari delle proprie aziende”.

© RIPRODUZIONE RISERVATA