Relazione sulla gestione finanziaria degli Enti locali – Esercizio 2015

Con comunicato del 27/2/2017 la Corte dei Conti pubblica la “Relazione sulla gestione finanziaria degli Enti locali – Esercizio 2015” elaborata dalla Sezione delle Autonomie con la deliberazione n.4/2017, precisando quanto segue.

La relazione esamina la gestione finanziaria degli Enti locali (Comuni, Province, Città metropolitane e Unioni di comuni) per l’esercizio 2015.

Nella prima parte, espositiva dei principali risultati economico-finanziari tratti, principalmente, dai dati di rendiconto, si rileva che la gestione finanziaria dei Comuni presenta un andamento delle entrate sostanzialmente stabile e caratterizzato dalla significativa incidenza della tassazione immobiliare. Molto elevato il gettito della tassa sui rifiuti che, com’è noto, è totalmente assorbito dal costo del servizio. Di modesta entità, anche se in una dinamica in crescita, il gettito specificamente dipendente dalla leva fiscale comunale (tra cui quello dell’imposta di soggiorno), nonché dalle entrate derivanti dalla lotta all’evasione e dalle altre forme di prelievo riconosciute a detti enti. Sul piano delle spese complessive risultano in contrazione rispetto all’esercizio precedente gli impegni (-11,15%), diversamente dai pagamenti per i quali si registra una rilevante crescita (+26%). All’interno di questi aggregati vanno considerati gli andamenti delle spese correnti i cui impegni in conto competenza risultano sostanzialmente stabili rispetto all’esercizio precedente. Gli impegni di spesa per il personale evidenziano una contrazione del 3,25%, mentre si registra un trend in crescita della spesa per l’acquisto di servizi (+2,96%).

Il quadro della situazione della finanza di Province e Città metropolitane risulta connotato da persistenti criticità sul versante delle entrate, soprattutto con riferimento al gettito derivante dalle entrate proprie. L’analisi della spesa evidenzia, rispetto al 2014, un incremento degli impegni assunti sulla competenza del 22,86%, riferibile soprattutto alla crescita della spesa per gli investimenti (per effetto, anche, dei maggiori spazi finanziari creati dalla riduzione dell’indebitamento e, quindi, della spesa per il rimborso dei mutui) e meno alla dinamica della spesa corrente (in aumento del 12,63%). Evidenziano un andamento in flessione gli impegni di spesa per il personale (-9,53%) e per l’acquisto di servizi (-2,11%).

Ulteriori approfondimenti sono dedicati alla c.d. “operazione sblocca debiti”, con analisi dei dati acquisiti dalla Cassa depositi e prestiti, ed alla gestione in forma associata delle funzioni da parte dei Comuni, sulla base dei certificati di conto consuntivo di un campione significativo di Unioni di Comuni.

La seconda parte della relazione, che analizza gli indicatori di stabilità finanziaria del settore sulla base degli andamenti complessivi degli equilibri finanziari, evidenzia una situazione di progressiva sofferenza dei Comuni e, soprattutto, delle Province e delle Città metropolitane. Nella medesima ottica è stata svolta anche un’attenta analisi con riguardo al patto di stabilità per il 2015, nella sua ultima applicazione prima del passaggio alla diversa regola fiscale del pareggio di bilancio; in tale ambito, dai dati a consuntivo risultano inadempienti 150 Comuni e 64 Province. Di interesse anche i primi esiti riferiti al monitoraggio del rispetto del pareggio alla data del al 30 settembre 2016, che ha evidenziato criticità nel livello di osservanza, di relativa significatività, considerato che i dati a consuntivo normalmente modificano gli andamenti infrannuali.

L’andamento dei debiti fuori bilancio, nell’esercizio 2015, registra una inversione di tendenza rispetto agli anni precedenti. Nei Comuni, l’importo dei debiti fuori bilancio riconosciuti si è ridotto da 766,4 a 653,3 milioni di euro (-8,5%); nelle Province e nelle Città metropolitane, è passato da 66,1 a 63,6 milioni di euro (-9,6%).

Dall’analisi dei risultati di amministrazione 2015, in controtendenza rispetto al biennio precedente, emerge un considerevole aumento del numero di Enti in disavanzo in larga parte attribuibile all’applicazione delle regole della contabilità armonizzata. L’importo complessivo del disavanzo (al netto dei debiti fuori bilancio) ammonta, nei Comuni, a circa 4.004 milioni di euro; nelle Province e nelle Città metropolitane, è pari a 121 milioni di euro.

Quanto alle gestioni in dissesto, l’analisi dei dati ha evidenziato come tali situazioni colpiscano essenzialmente Comuni di piccole dimensioni. Il numero degli Enti in pre-dissesto si riespande sensibilmente nel 2016, dopo la riduzione riscontrata nel 2015.

LEGGI la DELIBERAZIONE n. 4/2017

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