Legalità, regioni spalle al muro

Fonte: Italia oggi

Una regione senza più segreti. L’obiettivo, nemmeno troppo velato, è quello di responsabilizzare il suo organo di vertice politico a dare informazioni dettagliate sulla situazione generale dell’ente che governa. Il decreto legge n. 174/2012, meglio noto come salva enti, su questo punto, è stato categorico. Il presidente della regione deve redigere una relazione annuale sulla regolarità della gestione e sull’efficacia e sull’adeguatezza del sistema dei controlli interni, sulla base di apposite linee guida oggetto della Corte dei conti. E la magistratura contabile non si è fatta certo attendere. Con la deliberazione n. 5/2013, la sezione autonomie ha infatti emanato le citate linee guida, corredate da un corposo schema-tipo di relazione che i governatori dovranno compilare entro sessanta giorni dalla loro pubblicazione. Anche se lo schema tipo del questionario è redatto con domande a risposta sintetica, ma che permettono comunque l’inserimento di risposte ad ampio ventaglio, il fine di tale struttura è mirato. Ovvero, quello di tirare le somme, senza possibilità di sbagliare, su alcuni elementi fondamentali che diano un’accurata radiografia dell’ente regionale. Le linee guida emanate dalla Corte lo sottolineano. Non si scappa dalla congruenza dei risultati della gestione e, soprattutto, delle sue prospettive di sviluppo, in relazione agli obiettivi che ci si è prefissati e che siano in linea con i vincoli di finanza pubblica. Allo stesso modo, sarà messa a nudo la verifica del corretto funzionamento o meno del sistema dei controlli interni attualmente operanti nelle regioni.

È evidente che un questionario strutturato in questi termini va nella direzione voluta dal legislatore nel dl n. 174, ovvero sottolineare la responsabilità politica del governatore in relazione ai più rilevanti aspetti gestionali, al funzionamento delle strutture amministrative, al grado di raggiungimento dei risultati attesi, con un occhio di riguardo alle misure di vigilanza poste a carico degli organismi partecipati e sugli enti del servizio sanitario regionale.

Lo schema tipo cui i governatori saranno chiamati a rispondere a breve si articola in cinque sezioni. La prima ha una valenza ricognitiva, nel senso che immediatamente può rilevare eventuali criticità nel sistema organizzativo-contabile regionale. Per esempio, viene richiesto se la regione ha istituito o meno il collegio dei revisori dei conti e se sono state adottate misure che riducano i cosiddetti costi della politica (e in caso negativo, si dovrà scrivere il perché).

La seconda sezione è invece dedicata alla «pubblicità e trasparenza». In particolare, il governatore dovrà dire se ha comunicato alla Funzione pubblica gli incarichi conferiti o autorizzati ai propri dipendenti e se, come previsto dalla riforma Brunetta del novembre 2009, ha reso visibile la valutazione della performance dei propri dipendenti mediante pubblicazione sul sito istituzionale della regione. Ma non è tutto. Lo screening comprende anche l’avvenuta comunicazione a Palazzo Vidoni dell’elenco dei consorzi e delle società partecipate e la pubblicazione (ex art. 18 dl n. 83/2012) delle concessioni di sovvenzioni, contributi, sussidi e, comunque, di vantaggi economici di qualunque genere elargiti a enti pubblici e privati.

La terza sezione è dedicata alla gestione. In questa si dovrà indicare, tra l’altro, se il bilancio di previsione è stato approvato senza ricorrere all’esercizio provvisorio e il rispetto dei limiti di indebitamento. Nelle altre sezioni in cui è suddiviso lo schema, la Corte chiede di conoscere se la regione effettua indagini, anche a campione, su alcuni fatti gestionali e se viene esercitata una vigilanza sulla regolarità contabile delle attività del consiglio regionale e degli agenti contabili. Spazio, poi, alle informazioni relative al sistema di report sulla gestione e sulla valutazione del personale.

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