Istat: dalla manovra benefici lievi nel 2016, più rilevanti nel 2017

Fonte: il Sole 24 Ore

La crescita dell’economia italiana in termini reali beneficerà della manovra «in maniera lieve nel 2016 (un decimo di punto di Pil) e più rilevante nel 2017 (tre decimi)». Il consolidamento è confermato nelle previsioni annuali che dopodomani saranno diffuse dall’Istat, come ha anticipato il presidente Giorgio Alleva, sentito oggi in audizione sulla legge di stabilità in commissione Bilancio al Senato. Alleva ha specificato che nella simulazione delle conseguenze della legge di stabilità non si considerano «gli effetti di riforme strutturali né possibili effetti sul costo del debito pubblico dovuto agli interventi di politica economica».

Da tagli Ires e maxiammortamento 4 miliardi di risparmi
Secondo l’Istat, inoltre, il taglio dell’Ires (vincolato per il 2016 al sì della Commissione Ue alla clausola migranti) e il super ammortamento sugli investimenti in beni strumentali si tradurranno in un risparmio d’imposta per le società di capitali pari a 4 miliardi di euro annui in termini di competenza, pari al 12,6% del prelievo. Alleva ha precisato che l’agevolazione sui nuovi investimenti «comporterebbe una riduzione del prelievo Ires di circa 480 milioni di euro» con un abbattimento dell’1,9% della base imponibile. «Si noti tuttavia – aggiunge – che una quota significativa dell’agevolazione (circa il 68%) andrebbe persa per incapienza». La platea interessata dal super ammortamento è pari, stima l’Istat, al 23% delle società considerate, che però coprono «il 50% in termini di volume». Un target ampio, dunque, ma «la questione – ha sottolineato Alleva – è la qualità degli investimenti».

Allarme povertà assoluta per oltre un milione di bambini
Nel dossier consegnato a Palazzo Madama, l’istituto nazionale di statistica lancia l’allarme povertà. «Il 10% dei minori residenti nel nostro Paese vive in povertà assoluta», si legge. «Il fenomeno interessa 571mila famiglie, per un totale di 1 milione e 45mila minori», di cui “430 mila stranieri». Cifra «raddoppiata rispetto alla stima 2011 e tripla rispetto al 2008».

Tasse sulla casa: la riduzione aiuta i meno abbienti
Il taglio delle tasse sulla casa sarà un toccasana soprattutto per le famiglie meno abbienti, perché è su di loro che pesano di più, con un’incidenza dell’Imu pagata nel 2013 pari all’1% del reddito. Sebbene il prelievo in termini assoluti sia più rilevante per i redditi più elevati, l’incidenza è la metà per le fasce più ricche, riducendosi allo 0,5%. «Nel 2013 – ha detto Alleva – le famiglie proprietarie solamente dell’abitazione in cui vivono hanno pagato in media 161 euro all’anno tra Imu (prevista solo per alcune categorie di pregio) e mini-Imu (prevista solo nei Comuni con aliquota superiore al 4 per mille per la parte eccedente). L’Imu pagata ha rappresentato lo 0,6% del reddito netto familiare, con un incidenza che varia tra l’1% per le famiglie del primo quinto della distribuzione e lo 0,5% per le famiglie dell’ultimo».

Enti locali: allentamento patto migliorerà investimenti
Alleva ha certificato poi il crollo degli investimenti degli enti locali: quelli fissi lordi sono inferiori del 33,5% rispetto al 2009. Uncalo di quasi 10 miliardi che ha interessato la spesa per fabbricati (-44%), quella per opere stradali (-30%) e altre opere del genio civile (-46%). L’Istat è però ottimista: l’allentamento dei vincoli di finanza pubblica per gli enti territoriali previsto nel ddl di stabilità «contribuirà verosimilmente a rallentare la caduta della spesa in infrastrutture e opere pubbliche nelle amministrazioni locali, in calo ormai dal 2009».

Disabili, 425mila i potenziari beneficiari del fondo
L’Istat calcola in «circa 425mila anziani, per il 95% oltre i 65 anni» i potenziali beneficiari del fondo da 90 milioni per la legge sul “dopo di noi”, considerando «i disabili gravi che vivono soli e hanno risorse economiche scarse o insufficienti». Circa 90mila risiedono nel Nord-ovest, 80mila nel Nord-est, 83mila al Centro e circa 170mila a Sud. Tra questi quelli senza familiari di primo grado sono circa 70mila. Sono invece 2,1 milioni le persone cui si rivolge il fondo per la non autosufficienza.

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