I pasti sostenuti dagli insegnati nelle mense comunali. Fassino chiede il rimborso allo Stato

Con comunicato del 23/10/2015 l’ANCI Lombardia rende noto che:

“Un intervento per risolvere la problematica relativa agli oneri sostenuti dai Comuni per la fruizione dei pasti del personale statale nelle mense comunali che, oltre ad arrecare notevoli difficoltà ai bilanci comunali, é  anche motivo di disaccordo tra le scuole ed i Comuni”. E’ questa la richiesta contenuta nella lettera che il Presidente dell’ANCI, Piero Fassino ha inviato al Ministro dell’Istruzione, Stefania Giannini.

Dopo aver ricordato che “il tema é già noto al Ministero dell’Istruzione, avendo l’ANCI, negli anni passati, più volte richiamato l’attenzione sull’argomento”, Fassino segnala che l’Associazione ha espresso la propria, contrarietà “rispetto alle disposizioni normative che prevedono un ‘contributo’ dello Stato, per i pasti forniti dai Comuni, in luogo del rimborso dell’intero costo di ogni singolo pasto e, di conseguenza, anche il mancato consenso sulla norma che prevede che tale ‘contributo’ sia erogato in proporzione al numero delle classi che accedono al servizio invece che al reale numero dei pasti forniti, tra i quali spesso sono compresi anche quelli per gli insegnanti di sostegno, determinando a nostro avviso un’ulteriore iniquita’ nella ripartizione delle risorse”.

Sul tema si è pronunciato anche Pier Franco Maffè, Presidente del Dipartimento istruzione di Anci Lombardia, che si augura “che finalmente lo Stato rifonda tutte le spese sostenute dai Comuni per un servizio che è considerato attività didattica. Se il servizio mensa si inserisce in uno spazio che ha una valenza educativa, è inaccettabile che il Ministero si sottragga a una sua competenza. Da anni Anci Lombardia sostiene la giusta rivendicazione dei Comuni, speriamo che sia la volta buona.”

Per sottolineare come la vicenda si trascini da tempo, nella sua lettera Fassino evidenzia che “su tale argomento é intervenuta nel 2009 anche una sentenza del Tar Lombardia che, confermando la tesi sostenuta dai Comuni, ha precisato che il costo di ogni attività formativa, quindi anche l’assistenza alla refezione, deve essere posta a carico dello Stato, quale datore di lavoro, gravando sull’Ente locale la sola gestione dei servizi di assistenza scolastica a favore degli alunni”.

“In una fase economica e di spending review come quella attuale – evidenzia Fassino – i Comuni non sono più nelle condizioni di sostenere economicamente spese non proprie, come quella per la fornitura del pasto a personale dipendente da altra amministrazione”.

Da qui la richiesta di un intervento del Ministro Giannini “affinché – conclude il Presidente Anci – già a partire dal 2016, si possa prevedere un aumento delle risorse adeguandole sia al numero di dipendenti statali autorizzati che al reale costo del pranzo in attesa di intervenire con una modifica normativa che conduca tale spesa nell’ambito delle competenze proprie del Ministero dell’Istruzione”.

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