Dal 2014 sui debiti della PP.AA. garantisce lo STATO

Fonte: italia Oggi

Lo Stato garantirà il pagamento dei debiti di parte corrente della pubblica amministrazione. In modo che le imprese creditrici possano cedere le somme attese a una banca o a un intermediario finanziario. Garante dell’operazione sarà il Mef che costituirà un fondo ad hoc presso la Cassa depositi e prestiti per tutelare gli istituti di credito.
Tuttavia, la garanzia statale scatterà solo quando saranno individuate le risorse da destinare al fondo. Questa la condizione posta dalla commissione bilancio del senato per dare il via libera all’approvazione dell’emendamento al dl lavoro (dl 76/2013) presentato da Giorgio Santini e Gian Carlo Sangalli (Pd) e approvato all’unanimità dall’aula di palazzo Madama.
L’operazione scatterà dal 1° gennaio 2014 e dovrebbe sbloccare ulteriori 20-25 miliardi che vanno ad aggiungersi ai 40 già messi in pagamento dal dl 35 per il biennio 2013-2014. La procedura infatti non interferirà con le risorse già liberate dal dl sblocca debiti a favore delle imprese ma viaggerà parallelamente a questa che continuerà ad applicarsi sia per i debiti di parte corrente già pagati, sia per quelli in conto capitale. La garanzia statale introdotta dall’emendamento Santini-Sangalli, invece, sarà limitata ai soli debiti di parte corrente e non riguarderà i debiti per investimenti. La ragione è evidente: i debiti in conto capitale incidono sul deficit e per coprirli con la garanzia statale sarebbe stata necessaria una nota di variazione del bilancio dello stato. «Siamo appena usciti dalla procedura per deficit eccessivo e tutti insieme desideriamo non rientrarvi», ha sottolineato il presidente della commissione bilancio Antonio Azzollini motivando le ragioni che l’hanno spinta a subordinare l’efficacia della garanzia statale all’individuazione delle risorse da destinare al Fondo. «Trattandosi di un pagamento sul debito e non sul deficit», ha spiegato Azzollini, «è necessario che l’insieme di quella procedura, quando il Fondo dovrà essere attivato, sia stata messa in opera; altrimenti la norma sarebbe inutiliter data. Per questo abbiamo richiesto che ci sia contestualità tra onere e copertura». Tornando al testo dell’emendamento, si stabilisce che «per i crediti assistiti dalla garanzia dello stato non possano essere richiesti sconti superiori al 2% dell’ammontare del credito».
Avvenuta la cessione, la p.a. debitrice potrà richiedere la ristrutturazione del debito con un piano di ammortamento (comprensivo di quota capitale e quota interessi) fino a 5 anni di durata, rilasciando delegazione di pagamento o altra garanzia sulle entrate di bilancio. La garanzia dello stato cesserà nel momento dell’avvenuta ristrutturazione. Le p.a. potranno sempre contrattare a condizioni più vantaggiose la ristrutturazione del debito con una banca o altro intermediario, ma in questo caso dovranno rimborsare il primo cessionario. I dettagli tecnici dell’intera procedura (compresi, particolare non di poco conto, i tassi di interesse applicabili sui crediti garantiti e ceduti) saranno definiti con decreto del ministero dell’economia che dovrà essere emanato entro e non oltre 60 giorni dall’entrata in vigore della legge di conversione del dl lavoro. «Tutti i debiti della p.a. nei confronti delle imprese potranno essere pagati entro i primi mesi del 2014», scommette Santini. Una previsione condivisa dal viceministro all’economia Stefano Fassina. «La garanzia dello stato all’anticipazione bancaria può portare a rapida conclusione i pagamenti dell’intero stock di arretrati, sbloccare decine di miliardi di risorse e dare ingente liquidità per gli investimenti produttivi».
Le imprese, ovviamente, non possono che gioire. «Se le stime di altri 20-25 miliardi di euro fossero corrette, si potrebbe di fatto azzerare lo stock accumulato. A questo punto, però, diventano fondamentali i tempi di attuazione», sottolinea un comunicato di Rete Imprese Italia. Il dl 35 prevede infatti che entro il 15 settembre le p.a. pubblichino gli elenchi dei debiti da pagare. Entro quella data le imprese dovranno essere messe nelle condizioni di scegliere se e quanto aspettare per la liquidazione dei crediti oppure optare per la cessione alla Cassa depositi, utilizzando l’opportunità prevista dall’emendamento Santini-Sangalli.
FONTE: ITALIA OGGI

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