Conferenza Unificata – Spending Review comuni.

Con comunicato del 15/05/2014 l’ANCI rende noto che:

“Il governo ci incontri al più presto per esaminare le nostre valutazioni negative sulla spending review in modo da renderla sostenibile per i bilanci comunali”. Lo ribadisce il presidente dell’Anci, Piero Fassino, al termine della riunione della Conferenza unificata dove l’associazione ha presentato l’ordine del giorno sul provvedimento, approvato ieri dall’Ufficio di presidenza.

“Questo provvedimento esaminato in tutte le sue misure comporta per i Comuni un sacrificio di quasi un miliardo. Infatti – spiega ancora Fassino – ai 360 milioni di minore spesa vanno aggiunti 250 milioni di tagli già previsti sul 2014, per provvedimenti del 2012 e 2013. Ci sono poi ulteriori tagli per 100 milioni sulle Città metropolitane e altri 350 milioni che vengono tolti, preventivamente, nella previsione che il nuovo sistema di detrazioni fiscali per gli immobili rurali possa determinare un maggiore gettito”.

Per questo il presidente Anci si augura che “venga riconsiderato lo sforzo richiesto ai Comuni”, anche alla luce della disponibilità espressa “dal ministro dell’Economia Padoan di verificare in sede tecnica la fattibilità, articolo per articolo, delle nostre proposte”.

Qui di seguito l’ordine del giorno approvato dall’ANCI:

Premesso che:

i Comuni hanno contribuito negli anni e contribuiscono al processo di risanamento e razionalizzazione della finanza pubblica e che hanno dimostrato massimo senso di responsabilità cercando di assicurare, nonostante la contrazione di risorse, la qualità e la quantità di servizi essenziali ai cittadini.

I Comuni hanno fin qui contribuito al risanamento finanziario del Paese in misura proporzionalmente superiore all’incidenza della spesa dei Comuni su spesa pubblica (pari al 7,5%) e su debito pubblico (2,5%).

Rilevato che:

il Governo ha adottato un provvedimento d’urgenza contenente “Misure urgenti per la competitività e la giustizia sociale” che introduce un obbligo di risparmio complessivo pari a circa 380 milioni a carico dei Comuni derivanti da una riduzione dei consumi per acquisti di beni e servizi.

A questo si aggiungono una riduzione di risorse a carico delle Province e delle Città metropolitane di 100 milioni derivanti da risparmi per efficientamento delle spesa, nonché un ulteriore taglio preventivo di 350 milioni a carico dei Comuni per eventuale maggior gettito stimato derivante dalla riduzione delle agevolazioni per gli immobili rurali.

Peraltro gravano sui Comuni ulteriori tagli per 250 milioni derivanti da provvedimenti precedenti.

Il decreto legge prevede a carico degli Enti nuovi adempimenti ed obblighi ed in particolare l’obbligo di utilizzare le centrali acquisti, senza una previa verifica del miglior prezzo.

L’insieme di queste misure configura una richiesta di contributo che sfora il miliardo di euro, dimensione superiore ad una effettiva sostenibilità da parte dei Comuni.

TUTTO CIO’ PREMESSO

Condividendo l’obiettivo generale perseguito dal Governo di riduzione della pressione fiscale sui cittadini e l’esigenza di assicurare reali ed efficaci processi di razionalizzazione della spesa pubblica.

Sottolineando tuttavia che ulteriori tagli alle risorse dei Comuni rischiano di produrre riduzione di servizi essenziali o incremento di prelievo fiscale locale.

Sottolineando che peraltro la situazione finanziaria dei Comuni è aggravata dal fatto che lo Stato non onora debiti verso i Comuni

CHIEDE AL GOVERNO

Di definire un contributo dei Comuni equo, sostenibile e che soprattutto non penalizzi i livelli di governo che erogano servizi ai cittadini.

Di avviare un confronto immediato per ridefinire l’ammontare finanziario del contributo richiesto in termini di riduzione di risorse, assumendo come criterio il peso di ciascun Comparto sulla pubblica amministrazione, definendo un obiettivo in percentuale sostenibile che ciascun Comune può raggiungere autonomamente, considerato che i criteri Siope definiti dal decreto legge determinano effetti assai sperequati fra i Comuni.

Di prevedere un meccanismo compensativo che scomputi a favore dei Comuni le risorse di cui sono creditori verso lo Stato.

Di avviare contestualmente un negoziato complessivo sulle questioni principali di finanza locale che investa l’attribuzione di tutto il gettito immobiliare ai Comuni, anche prevedendo una rimodulazione equa dei pesi fiscali sui cittadini, superando l’attuale Fondo di solidarietà comunale, il superamento delle regole del Patto di Stabilità interno, la fissazione di regole e strumenti che accompagnino i Comuni nel nuovo sistema di contabilità pubblica, la definizione di una disciplina organica per realizzare un riassetto e razionalizzazione dei servizi pubblici locali, la definizione di  un nuovo regime in materia di riscossione che sostenga la lotta all’evasione ed elusione fiscale.

 

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