Con l’Iva al 22% rincari su benzina e autostrade

Fonte: La Stampa

Il primo giorno di Iva al 22% è andato, portandosi dietro le promesse mantenute da parte di commercianti e grandi catene di non aumentare i prezzi ma anche i rincari inevitabili di benzina e autostrade. Per il carburante dalla mezzanotte sono scattati rialzi di circa 1 centesimo e mezzo per la benzina, 1,4 sul diesel e 0,7 sul gpl. Con un’eccezione da parte dell’Eni che ha scelto di attenuare l’impatto dell’aumento sfruttando il ribasso registrato due giorni fa sui mercati internazionali.

Presso i distributori del gruppo il prezzo della benzina aumenterà di 0,9 centesimi, quello del diesel di 0,6 e quello del gpl di 0,7. In Sicilia sono aumentati i pedaggi delle autostrade Messina-Palermo e MessinaCatania. In totale, soltanto nel primo giorno di applicazione, l’aumento dell’aliquota dell’Iva è già costato circa 10 milioni di euro alle famiglie italiane, secondo i calcoli della Coldiretti. Ed è un importo che rischia di moltiplicarsi ogni giorno e che per gli italiani che viaggiano su strada provocherà un aumento dell’88% delle spese.

A preoccupare è l’effetto a catena del rincaro dei costi delle merci trasportate che finirà, prima o poi, per tradursi in un aumento dei prezzi ai consumatori. L’aumento diretto dell’Iva, infatti, riguarda generi di largo consumo come scarpe, vino, birra, tv, radio e computer, benzina, mobili, giocattoli, detersivi e parrucchieri. Si salvano per fortuna i generi di prima necessità come i prodotti alimentari che, però, potrebbero, in un futuro non troppo lontano, subire aumenti a causa dei maggiori costi di trasporto provocando maggiori spese per le famiglie dai 207 ai 349 euro l’anno secondo le associazioni dei consumatori. Per il momento tutti i commercianti, piccoli e grandi, hanno mantenuto le promesse della vigilia.

A girare per le strade ieri i cartellini dei prezzi erano in stragrande maggioranza identici a quelli del giorno precedente. Tutti i marchi principali, da Apple, Ikea, Coop e Esselunga hanno ufficialmente escluso ritocchi all’insù.

Chi ha chiamato il 119 della Tim è stato accolto da un messaggio che escludeva effetti sulle tariffe. «No a speculazioni sui prezzi dopo l’aumento dell’Iva, vigileremo e saremo pronti a denunciare», minaccia Rosario Trefiletti, presidente di Federconsumatori. «Abbiamo più di mille sportelli sul territorio e rapporti con la gente e quindi i nostri osservatori saranno pronti a vigilare e fare verifiche». Lo stesso farà Adiconsum che consiglia ai consumatori è di fare attenzione e promette che non ci saranno sconti per gli speculatori. «Noi – spiega Pietro Giordano, presidente dell’associazione – abbiamo strutture in ogni provincia e metteremo sotto osservazione alcuni beni e servizi, in determinati negozi, anche quelli che hanno annunciato che non aumenteranno i prezzi, per verificare che non ci siano speculazioni. Se ci saranno le denunceremo ma saremo pronti anche a premiare quanti, nonostante l’aumento dell’Iva, non faranno ritocchi sui prezzi». La situazione dovrebbe rimanere in larga parte stabile fino alla fine dell’anno.

Anche il Codacons ha chiesto una tregua a commercianti e grande distribuzione fino al 31 dicembre visto che «per una volta – sottolinea il presidente Carlo Rienzi – consumatori e commercianti sono sulla stessa barricata. La maggiore aliquota introdotta oggi, infatti, determina una stangata per le famiglie ma anche un danno tangibile per gli esercenti in quanto la riduzione dei consumi (stimabile in un 3%) che farà seguito ai rincari dei prezzi per effetto dell’Iva, causerà una vera e propria ecatombe nel settore del commercio già stremato dalla crisi economica in atto».

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