La non corretta gestione delle entrate vincolate denota anche carenza di adeguati controlli interni – Il Commento di V. Giannotti

di V. Giannotti (www.bilancioecontabilita.it 1/7/2016)

In sede di controllo di un ente locale sono emerse una serie di criticità in merito alla gestione delle entrate vincolate. In particolare i giudici contabili chiedevano al Comune se l’utilizzo delle entrate a specifica destinazione, non ricostruite alla fine dell’esercizio finanziario, fosse o meno supportata da specifiche procedure atte ad evidenziare i vincoli delle entrate a specifica destinazione previste dall’art. 195 TUEL, onde evitare che tali somme venissero destinate a finalità diverse a quelle previste dal vincolo. L’ente aveva evidenziato nella propria relazione come la cassa positiva alla fine dell’esercizio finanziario era sufficiente a coprire i vincoli di cassa per entrate a specifica destinazione. Qui di seguito sono evidenziati i rilievi e le criticità formulate dalla Corte dei conti, Sezione regionale di controllo per la Campania, nella deliberazione n.283, depositata in data 20/06/2016.

L’OBBLIGO DI EVIDENZA DELLE ENTRATE VINCOLATE
In via preliminare, il Collegio contabile precisa come la ricostruzione dei flussi di cassa siano fondamentali per misurare la capacità dell’ente di fare fronte con i flussi di cassa in entrata alle spese (in conto competenza e in conto residui), per cui è, da questo punto di vista ininfluente, la circostanza prospettata dall’ente circa la sussistenza di un fondo cassa iniziale che avrebbe comunque consentito di fare fronte alle spese liquidate nell’esercizio.

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