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Verso l’esenzione per i figli, la lista dei bonus si allunga
Agevolazioni. La Tasi è più «avara» dell’Imu e dell’Ici ma la casistica resta ampia

Fonte: Il Sole 24 Ore

Tasi e Imu, ma ancor prima l’Ici, sono (e saranno) la palestra per sperimentare esenzioni, riduzioni ed esoneri dall’imposta. È di pochi giorni fa la notizia che la maggioranza sta valutando la possibilità di tornare alla regola generalizzata (come ai tempi dell’Ici) di “assimilare” alle abitazioni principali quelle date in comodato ai figli o ai genitori. Ma non si sa ancora sino a quel grado di parentela estendere il beneficio.
Il bonus, secondo l’Istat, riguarderebbe l’8% degli italiani e avrebbe un effetto certo pesante sui conti: tutti si affretterebbero a far trasferire la residenza di figli o genitori nelle seconde case, proprio come avveniva ai tempi dell’Ici, riducendo così in modo sensibile la base imponibile. Anzi, la stretta (attuata con l’Imu) era stata decisa proprio per evitare queste abitazioni principali “di comodo”, e infatti ben pochi Comuni avevano deciso di rinnovare l’agevolazione. Se poi nella legge di Stabilità passasse (come probabile) l’ipotesi esenzione dalla Tasi dell’abitazione principale (già esente dall’Imu) è probabile che si tornerebbe alle esenzioni di massa. Tra l’altro, dell’esenzione beneficerebbero anche gli inquilini che usano l’immobile affittato come abitazione principale, attualmente (se il Comune lo ha stabilito) chiamati a concorrere per un importo tra il 10 e il 30 per cento dell’imposta.
L’agevolazione di ritorno, comunque, si aggiungerebbe a una lunga serie di esenzioni e riduzioni che Tasi e Imu già prevedono: a cominciare dalla riduzione Tasi di due terzi (era del 100% quando sull’abitazione principale si pagava l’Imu) per le abitazioni di cittadini italiani residenti all’estero (iscritti all’Aire), non locate né concesse in comodato. I proprietari devono essere già pensionati nei rispettivi Paesi esteri di residenza, escludendo così chi percepisce un trattamento pensionistico erogato dallo Stato italiano, mentre è possibile ricomprendere qualunque tipo di pensione anche di invalidità (ma sempre estera). 
Numerosi anche i benefici per gli immobili agricoli, con trattamenti diversi tra Tasi e Imu: i terreni non sono imponibili ai fini Tasi, mentre pagano l’Imu in base a coefficienti moltiplicatori distinti tra coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali (75) e tutti gli altri soggetti (135); i fabbricati rurali strumentali sono esenti dall’Imu, ma pagano la Tasi seppure in misura ridotta con aliquota massima dell’1 per mille. Inoltre i «fabbricati merce» (gli immobili costruiti dalle imprese edili e destinati alla vendita ma rimasti invenduti) sono esenti dall’Imu, mentre pagano la Tasi.
Gli esoneri generali previsti per l’Imu derivano dalla disciplina Ici (e riguardano soprattutto gli immobili pubblici, fabbricati ad uso culturale, religioso, immobili degli enti non commerciali) con l’eccezione dei rifugi alpini non custoditi e dei bivacchi, esenti per l’Imu ma non per la Tasi.
I Comuni, però, hanno una maggiore autonomia per quanto riguarda la Tasi e possono aver azzerato l’aliquota per gli altri fabbricati (questo è accaduto in molti casi) . Inoltre hanno la possibilità (che per l’Imu non c’è) di introdurre riduzioni ed esenzioni per abitazioni con unico occupante, a uso stagionale e per i fabbricati rurali ad uso abitativo.
La solita giungla di bonus di cui, spesso, il contribuente non conosce neppure l’esistenza, dato che alcune norme si sono stratificate e dato che la Tasi si è sovrapposta all’Imu, la quale, a sua volta, era stata costruita sulle fondamenta dell’Ici.
Del tutto inutilizzabile ai fini Tasi la casistica delle altre “assimilate”: unità non locate di proprietà di anziani e disabili residenti in istituti di ricovero, immobili delle cooperative edilizie a proprietà indivisa, unità non locate e non di lusso dei soggetti appartenenti alle forze armate, immobili degli Iacp. Mentre resta la riduzione del 50% per Tasi e Imu su fabbricati storico-artistici, inagibili o inabitabili.


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