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Regioni e Città, fondi sbloccati
Agevolazioni. Via libera al Dm dell’Economia - Ai governatori il 26% delle richieste, ai sindaci il 70%

Fonte: Il Sole 24 Ore

Un po’ più di bonus alle Città metropolitane e un po’ meno alle Regioni. Dopo questo correttivo è arrivato il via libera della Conferenza unificata al decreto dell’Economia che distribuisce spazi finanziari per 462 milioni per aiutare i cofinanziamenti locali ai programmi comunitari, relativi sia al 2007-2013 (Fondo sociale europeo e Fondo per lo sviluppo regionale) sia al 2014-2020 (che comprendono anche il Fondo per gli affari marittimi e la pesca – Feamp – e quello per lo sviluppo rurale – Feasr). I fondi sono quelli resi disponibili da un bando per le frequenze digitali, che è stato avviato dalla legge di stabilità dello scorso anno e che ha prodotto meno dei 700 milioni previsti a suo tempo come limite massimo delle risorse da girare a Regioni e Città metropolitane. 

Anche se fosse stata più ricca, comunque, quella gara non sarebbe bastata a soddisfare le richieste locali che hanno inondato il ministero dell’Economia e che hanno superato i 3 miliardi di euro, a riprova delle difficoltà ancora incontrate dall’attuazione dei programmi comunitari per la quota di cofinanziamento da parte degli enti territoriali. Proprio la distanza fra le richieste e i fondi a disposizione ha imposto un lungo confronto con le amministrazioni territoriali, sulla base del fatto che le risorse utilizzabili, per la loro consistenza limitata, avrebbero potuto riguardare solo «circostanze marginali di sfasamento», cioè in pratica obblighi di spesa non coperti da entrate in arrivo nello stesso esercizio. 

Anche dopo questa precisazione, raccolta in vario modo dalle Regioni, le richieste hanno sfiorato gli 1,8 miliardi. Di conseguenza il Governo ha scelto la strada della ripartizione proporzionale. Va notato, però, che le Città metropolitane, anche per il loro ruolo meno di primo piano nella gestione dei programmi europei, sono state molto più parche rispetto alle Regioni e per questo motivo si è deciso di “privilegiarle” in termini proporzionali, perché questo permette di soddisfare quasi tutte le esigenze delle Città senza danneggiare più di tanto le Regioni. 
Il risultato è che alle Città metropolitane vanno 38,1 milioni (tutti in termini di pagamenti), che rappresentano il 70% di quanto richiesto e si concentrano soprattutto a Firenze, dove finiscono 22,5 milioni. 

Le Regioni si devono invece accontentare del 26,07% di quanto richiesto (in termini di pagamenti; il dato sale al 30,4% se si guarda agli impegni) e ottengono 424,3 milioni: la quota più ricca va alla Puglia (68,4 milioni), seguita da Campania (59,2) e Lombardia (45,4).


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