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Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica

E’ stato approvato dall’adunanza delle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei conti del 18 maggio 2011 (DEL. 28/CONTR/11) il Rapporto 2011 sul coordinamento della finanza pubblica.

Si segnala, fra l’altro, (da pagina 247 a 276) una sezione dedicata ai problemi e criticità emersi dall’attività di controllo e consultiva della Corte dei conti. Poggia sui contributi che la Corte dei conti ha dato, soprattutto attraverso l’attività delle sue Sezioni regionali di controllo, al miglioramento dell’efficacia delle misure di contenimento della spesa delle Amministrazioni locali; in alcuni casi integrata dall’intervento delle Sezioni riunite volto ad assicurare un’interpretazione uniforme delle disposizioni finanziarie e contabili di contenimento della spesa. A titolo di esempio si riportano le diverse limitazioni in tema di contenimento della spesa per il personale, di spesa per incarichi esterni, di spese per sponsorizzazioni e di rappresentanza e per la formazione dei dipendenti pubblici.

L’attività di controllo ha anche consentito alla Corte dei conti di individuare una serie di difficoltà degli enti locali. Sono state rilevate situazioni di disequilibrio finanziario, riguardanti non solo Enti locali di piccole dimensioni, ma anche Comuni capoluogo di Provincia. Sono state rilevate situazioni nelle quali gli Enti locali approvano il rendiconto in disavanzo o utilizzano le plusvalenze derivanti dalla cessione di beni immobili o di partecipazioni societarie per finanziare la spesa corrente. Così come non manca il ricorso ad operazioni finanziarie o contrattuali, di per sé legittime, ma che vengono utilizzate a fini elusivi degli obblighi del Patto di stabilità interno.

Di rilievo, altresì, anche le criticità evidenziate sul fronte della gestione del debito. Qui si va dalla prestazione di garanzie fideiussorie, che costituiscono, dal punto di vista contabile, un limite alla capacità di indebitamento dell’ente, al rilascio di lettere di patronage, in favore delle società partecipate, in alcuni casi assimilabili a vere e proprie fideiussioni con obblighi a carico dell’ente locale. Va, poi, segnalato il ricorso al contratto di sale and lease back, per porre in essere operazioni di finanziamento utilizzando il proprio patrimonio immobiliare, di fatto assimilabili ad operazioni di indebitamento pluriennale.

Inoltre si accentuano le problematiche per ciò che riguarda i rapporti finanziari fra gli enti locali e le società partecipate: in crescita, in particolare, il ricorso all’indebitamento da parte di società partecipate per l’acquisto di beni immobili dell’ente di riferimento e l’esecuzione di opere pubbliche di interesse dell’ente. In entrambe i casi, anche se non figura formalmente in capo all’ente locale, l’esposizione, di fatto, grava su di esso, in virtù di specifici impegni contrattuali o per previsione legislativa.

Si tratta di fenomeni che chiaramente evidenziano l’urgenza della definizione di un quadro normativo in cui sia previsto il consolidamento dei conti e l’obbligo del rispetto dei vincoli di finanza pubblica in modo unitario ed integrato fra ente locale e società interamente partecipate ed in cui sia compiutamente definita anche l’individuazione dei soggetti destinatari dei vincoli di finanza pubblica.


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