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Fabbisogni, i questionari slittano al 28 agosto con il rischio sanzioni

di Patrizia Ruffini

ADEMPIMENTI
La proroga evita il blocco dei trasferimenti nei molti enti in ritardo con i dati
Tra le sorprese negative arrivate per gli enti locali dalla versione approvata del decreto «Sostegni» c’è anche l’addio all’ipotesi di rinvio al prossimo anno per il Fondo di garanzia dei debiti commerciali, su cui il governo aveva aperto nei confronti che avevano preceduto il consiglio dei ministri. A meno di inserimenti in extremis nel testo, se ne riparlerà in Parlamento. Ma i tempi si allungano, moltiplicando le incertezze per i conti.

Nel frattempo prende forma la proroga al 30 aprile del termine per la chiusura dei bilanci preventivi (anticipata sul Sole 24 Ore di mercoledì scorso), spuntata come norma nelle bozze del decreto Sostegni ma attesa sotto forma di decreto ministeriale giovedì prossimo nella Conferenza Stato-Città. E viene spostata al 28 agosto (dal 30 aprile) la data ultima per adempiere ai questionari dei fabbisogni standard, la cui mancata restituzione nei termini fa scattare la sanzione del blocco dei trasferimenti.

Per il resto, il decreto prevede come da anticipazioni l’incremento di un miliardo del fondone 2021 e l’istituzione di un ristoro di 250 milioni per le minori entrate da imposta di soggiorno. Nell’elenco delle novità del decreto «Sostegni» manca invece l’alleggerimento sul fondo crediti dubbia esigibilità.

Sul fondo di garanzia per i debiti commerciali, per il momento l’orizzonte resta quello delle modifiche giunte con la conversione del Dl milleproroghe (articolo 1, comma 4-quater, Dl 183/2020), con le quali è stata concessa la deroga alla tassatività dell’elaborazione mediante la Piattaforma dei crediti commerciali (Pcc) dei due indicatori che fanno scattare l’obbligo di accantonamento. Gli enti potranno dunque calcolarli sulla base delle informazioni contenute nelle proprie contabilità

Il decreto incrementa poi di un miliardo il fondo 2021 per l’esercizio delle funzioni degli enti locali (articolo 106 del Dl 34/2020). Il riparto punta sempre su un acconto di 220 milioni, di cui 200 ai Comuni e 20 a favore di Province e Città metropolitane.

La distribuzione agli enti dovrebbe arrivare in settimana (il termine è scaduto il 28 febbraio), tenendo conto dell’aggiornamento delle entrate proprie a tutto l’esercizio 2020, di una stima di riduzione di gettito dell’addizionale Irpef comunale – che nel 2021 risente di buona parte dei riflessi economici della crisi 2020 – e di un ristoro specifico delle perdite sul soggiorno.

Il saldo del fondone 2021 sarà invece distribuito entro il 30 giugno, sulla base di criteri e modalità che tengano conto dei lavori del tavolo tecnico e delle risultanze della certificazione per l’anno 2020. Entro il 31 maggio gli enti dovranno inviare i conti definitivi della certificazione per il 2020.

Fra le risorse attribuite ai Comuni anche un fondo di 250 milioni per il parziale ristoro delle minori entrate 2021 da imposta di soggiorno. Il riparto è programmato entro 60 giorni dall’entrata in vigore del decreto.

Nessuna novità, invece, per il fondo crediti dubbia esigibilità. Non sono state accolte infatti le richieste di Anci che puntavano a mantenere, per quest’anno, la stessa misura minima agevolata del 95% dell’importo totale di cui agli allegati al bilancio. Dal bilancio di previsione 2021/23, il Fondo crediti di dubbia esigibbbilità deve dunque essere accantonato per l’intero importo, perché la revisione dei parametri avrebbe imposto una copertura finanziaria. A consuntivo il fondo è già a regime dal rendiconto riferito all’esercizio 2019.

Infine, per il debutto del canone unico, a dare qualche settimana in più dovrebbe essere la proroga di un mese del termine per approvare i bilanci di previsione in linea con le richieste di Anci e Upi.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.


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