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Gestioni associate - Proposta Anci fa breccia, ma ora legge stabilità recepisca nostre richieste.

Con comunicato del 25/11/2015 il vice presidente dell’ANCI rende noto che:

“L’impianto che abbiamo reso pubblico all’Assemblea di Torino sta facendo breccia in molti esponenti di governo ed in molti parlamentari, di questo siamo molto soddisfatti. E’ importante però che la legge di stabilità recepisca le nostre richieste sul rinvio di sei mesi dei termini per l’aggregazione dei Comuni e sulle risorse per incentivare le unioni di Comuni”. Lo ha sottolineato Matteo Ricci, sindaco di Pesaro e vice presidente di Anci nazionale, che nella sua qualità di delegato alle Politiche istituzionali e Riforme, a margine del seminario sulle gestioni associate organizzato oggi pomeriggio presso la sede nazionale dell’associazione.

“Il nostro è il ragionamento pragmatico di chi prova a cambiare assecondando un processo di riforma e rafforzando i Comuni”, spiega Ricci contento che “le tesi dei Comuni siano state consideraten dal governo, a conferma che sono basate su solide convinzioni”.

Ora però servono due tasselli, “da portare assolutamente a casa con la legge di Statbilità”. Da un lato “lo spostamento della data del 31 dicembre per l’aggregazione obbligatoria dei piccoli comuni, perché riteniamo – sottolinea il vice presidente Anci – sia un criterio sbagliato. Abbiamo chiesto sei mesi in più per fare ambiti omogenei ed unioni per ambiti omogenei, lasciando criteri che non danno efficienza ed efficacia”.

Dall’altro “abbiamo chiesto di aumentare gli incentivi a chi si fonde con il raddoppio della dotazione del contributo annuale, proprio per favorire al massimo il percorso delle gestioni associate”, conclude Ricci.

Sulla stessa lunghezza d’onda Massimo Castelli Massimo Castelli, sindaco di Cerignale e coordinatore piccoli Comuni. “L’associazione sta portando avanti la sua proposta di buon senso per dare una governance efficace ai territori. Il nostro obiettivo – sottolinea Castelli – è quello di creare ambiti ottimali di gestione dei servizi, al cui interno si possono pensare anche poltiche di sviluppo dei territori”. Tuttavia, a suo parere è essenziale “rimuovere tutti gli ostacoli che si ritrovano nella normativa statale. Ci devono dare libertà e flessibilità per poter costruire un modello che vada bene a tutti i Comuni – rileva il coordinatore. E che consenta a tutte le amministrazioni di collaborare con le Regioni e le aree vaste per fornire migliori servizi ai cittadini”.

Di seguito la proposta di autoriforma predisposta dall’Anci tenendo conto dei contenuti del “Manifesto di Cagliari”  su un tema sempre più centrale nel riordino della governance locale.

Le gestioni associate costituiscono una opportunità da cogliere da parte di tutti i Comuni, non solo quelli piccoli, attraverso le Convenzioni, le Unioni e le fusioni, come previsto dalla legge 56/2014. Il criterio demografico va sostituito con quello di bacino adeguato e omogeneo individuato dalle assemblee dei Sindaci congiuntamente alle funzioni da associare e premiando le realtà più virtuose.

La riflessione promossa dall’ANCI nasce dall’esigenza di completare con ogni urgenza, quindi nella legge di stabilità o in altro provvedimento utile, il disegno delle riforme e della nuova governance dei territori. In tal senso, l’Associazione ha già presentato una proposta di autoriforma che darebbe vita a governi del territorio più efficienti ed efficaci nella gestione di servizi e funzioni comunali, potendo ottenere anche economie di scala nel periodo medio, proprio perché alla base di questi processi ci devono essere i territori ad indicare i cosiddetti “ambiti adeguati” nei quali realizzare le forme di cooperazione più funzionali.

Tutto ciò avendo riscontrato che l’impianto attuale – a cinque anni dalla sua prima definizione – e fondato sull’obbligatorietà di gestire insieme tutte le funzioni fondamentali entro il 31 dicembre, non sta dando i risultati immaginati dal legislatore e presenta oggettive criticità.

Occorre, quindi, un’iniziativa legislativa da adottare quanto prima per evitare il rischio di aver definito un pacchetto parziale di riforme che, dopo il nuovo Senato, gli enti di area vasta, le Città metropolitane e lo svuotamento delle Province, perderebbe efficacia a causa della mancata ridefinizione degli assetti di governance locale.

Per operare in tal senso, l’ANCI sostiene innanzitutto la necessità di sospendere il termine che impone ai piccoli Comuni la gestione associata delle funzioni entro il prossimo 31 dicembre, ma non nel senso di un’ulteriore proroga. La sospensione è volta ad impostare un percorso più ampio e organico di riforma, investendo le autonomie locali della responsabilità di individuare, in ciascuna area vasta ed entro pochi mesi, i bacini adeguati e omogenei per caratteristiche morfologiche e socio-economiche.

Il disegno proposto dall’Anci prevede, inoltre, anche un mirata semplificazione normativa e un programma di incentivi di tipo economico finanziario, nonché un successivo confronto sulle modalità di gestione associata delle funzioni, in modo da renderle il più possibile utili all’amministrazione efficiente dei territori.


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