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Mutui Bei sospesi fino al 2021

di Francesco Cerisano

Siglato l’accordo con Anci e Upi. Richieste da trasmettere via mail entro il 30 settembre
Niente quota capitale per comuni ed enti di area vasta
Entro il 30 settembre gli enti locali che hanno sottoscritto fi nanziamenti con la Banca europea per gli investimenti potranno chiedere la sospensione delle quote capitale delle rate in scadenza nel 2020 e nel 2021. È quanto prevede il protocollo d’intesa siglato sabato tra Bei, Anci e Upi che dà immediata attuazione al decreto Rilancio. Per comuni, province e città metropolitane si tratta di un’ulteriore boccata d’ossigeno contabile dopo la sospensione dei mutui con Cassa depositi e prestiti, Abi e Istituto per il credito sportivo, ma con in più la novità della sospensione anche per il 2021. Da Bologna a Ferrara, da Firenze a Lecce, da Milano a Reggio Emilia, da Roma a Venezia, sono molti i comuni che potranno benefi ciare del congelamento dei finanziamenti con relativo allungamento dei piani di ammortamento. Tra gli enti di area vasta, oltre alla città metropolitana di Roma Capitale, anche le province di Reggio Emilia e Varese. Potranno accedere alla sospensione gli enti che al momento della presentazione della richiesta non siano sottoposti a procedure di scioglimento per infi ltrazione mafi osa. Niente sospensione anche per gli enti morosi, in dissesto o in condizioni strutturalmente defi citarie. Durante il congelamento (che quindi potrà durare al massimo fi no al 31 dicembre 2021) gli enti non pagheranno le quote capitale delle rate mentre continueranno a pagare, alle scadenze contrattualmente previste, le quote interessi. Per poter dar seguito alla sospensione, il protocollo d’intesa prevede che il soggetto debitore e il soggetto beneficiario del fi nanziamento siano coincidenti. La Banca europea per gli investimenti si è impegnata durante la sospensione a mantenere il tasso di interesse al medesimo livello di quello originariamente previsto. Sono fatti salvi, tuttavia, i casi in cui il contratto di fi nanziamento tra la Bei e gli enti locali includa specifi ci prodotti per i quali è tecnicamente prevista la quotazione ex novo del tasso di interesse da parte della Bei. La durata (scadenza fi nale) del nuovo piano di ammortamento per ciascun prestito erogato a seguito della sospensione rimarrà la stessa originariamente prevista, salvo per i fi nanziamenti aventi scadenza finale negli anni 2020 e 2021, per i quali potrà essere estesa per un periodo massimo di due anni. Come detto sopra, le richieste di sospensione dovranno pervenire alla Bei via e-mail all’indirizzo EIB-MA-Implementation@eib.org entro il 30 settembre 2020. L’Istituto di Lussemburgo provvederà a fornire agli enti locali l’elenco delle informazioni necessarie per valutare e processare la richiesta di sospensione. La Bei non applicherà agli enti locali commissioni per l’istruttoria delle pratiche, salvo ulteriori spese, legali o notarili, che resteranno a carico degli enti locali richiedenti. «I fi nanziamenti Bei sono molto importanti per gli enti locali, perché interessano principalmente investimenti per l’edilizia scolastica, per le politiche ambientali, per la mobilità e le energie rinnovabili», hanno osservato il segretario generale dell’Anci, Veronica Nicotra, e il direttore generale di Upi, Piero Antonelli dopo la sigla dell’accordo. «Si tratta quindi di permettere a comuni, province e città metropolitane di proseguire con più tempo in opere essenziali per le comunità e i territori». Portata a casa l’ennesima sospensione tecnica dei debiti locali, l’attenzione di Anci e Upi è ora rivolta a quanto sta accadendo in commissione bilancio alla camera sul decreto Rilancio da cui gli enti locali si attendono «soluzioni strutturali» in grado di fornire risposte sia sul fronte della copertura della mancate entrate causate dal Covid 19 sia per quanto riguarda il rilancio degli investimenti. Tuttavia, le richieste degli enti (che chiedono almeno due miliardi in più oltre ai 3,5 già stanziati dal dl rilancio) si scontrano con i ridotti margini di manovra che il governo e in primis il Mef hanno assegnato al parlamento per le modifi che «onerose» al testo del decreto: non più di 800 milioni, al massimo un miliardo. Una coperta troppo corta per accontentare tutti a meno che il governo non intervenga subito con un nuovo scostamento di bilancio come annunciato dal premier Giuseppe Conte al termine degli Stati generali dell’economia.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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