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Coronavirus - Anticipazione di liquidità dell'ultima manovra: una chance per gli enti da chiedere entro il 30 aprile

di Daniela Ghiandoni e Elena Masini

Uno degli effetti correlati dell’emergenza sanitaria in atto che maggiormente preoccupa gli enti locali è la carenza di liquidità. L’effetto combinato della proroga dei versamenti disposta da molte amministrazioni e della crisi economica, associata alla necessità di procedere al pagamento delle obbligazioni assunte, sta progressivamente assottigliando le disponibilità liquide di Comuni e Province e facendo salire la febbre al fondo cassa. Sarà quindi importante attivare tutte le leve a disposizione per gestire al meglio la situazione di difficoltà e prefigurare tutti i possibili scenari di riferimento, sui cui basare le scelte a cui saranno presto chiamati amministratori e responsabili finanziari.

Programmazione dei flussi di cassa
Innanzitutto sarà fondamentale programmare il fabbisogno finanziario dei prossimi mesi, tenendo conto del pagamento della quota fissa degli stipendi, dei contratti di servizio ancora attivi, delle fatture già pervenute e di quelle che arriveranno. Occorrerà anche aggiornare i cronoprogrammi di spesa delle opere pubbliche per capire quando maturerà il pagamento dei Sal, che possono incidere in maniera significativa sulla liquidità, specie se finanziati da avanzo. Due le variabili di peso che sposteranno di molto l’asticella della cassa. Da un lato c’è l’eventuale differimento dell’acconto Imu di giugno, per il quale si attende di capire se vi sarà una proroga a livello nazionale o se la scelta sarà demandata al singolo Comune e il rinvio della Tari. Dall’altro c’è il congelamento della rata capitale dei mutui, già operativa per i mutui Mef, mentre per i restanti mutui accesi con la Cassa depositi e prestiti la decisione – basata su valutazioni di convenienza finanziaria – sarà rimessa a ogni singolo ente, alla luce delle condizioni di rinegoziazione che saranno rese note nella circolare attesa per i primi di maggio.

Accelerazione delle procedure di riscossione
Ooccorrerà accelerare per quanto possibile tutte le procedure finalizzate a incassare contributi concessi da pubbliche amministrazioni per opere pubbliche o per altri progetti finalizzati, presentando le rendicontazioni dovute. Non bisogna inoltre dimenticare la richiesta dell’erogazione dei finanziamenti e di prelevare con regolarità dai conti correnti postali le somme giacenti.

Anticipazione di tesoreria
Per chi non avesse già provveduto, in quanto ordinariamente in grado di gestire in autonomia la propria liquidità, sarà necessario adottare la delibera di giunta per autorizzare l’anticipazione di tesoreria sino al massimo del 5/12 previsti per legge. Lo strumento dovrà essere attivato senza indugio, superando i timori di eventuali rilievi da parte degli organi di controllo o le resistenze dovute alle implicazioni operative, per disporre con celerità e flessibilità della provvista finanziaria aggiuntiva messa a disposizione dalla banca. È indubbio infatti che una delle priorità per gli enti in questo momento sia di garantire la correttezza dei pagamenti, per non aggravare ulteriormente la crisi che sta interessando i diversi settori economici.

Anticipazione di liquidità legge 160/2019
Scade il 30 aprile prossimo la richiesta da presentare alla Cassa depositi e prestiti o ad altri istituti bancari autorizzati per ottenere l’anticipazione di liquidità prevista dal comma 556 della legge 160/2019 per far fronte al pagamento dei debiti certi, liquidi ed esigibili al 31 dicembre 2019. L’attivazione di questa leva è doverosa da parte degli enti che hanno fatture scadute a quella data e a oggi non ancora pagate, sebbene sconti il limite di dover essere rimborsata entro il 31 dicembre 2020, al fine di non impattare sui livelli di debito. Al contrario non è utilizzabile da coloro che hanno già provveduto al pagamento dei debiti commerciali scaduti a fine 2019.
C’è inoltre molta attesa di conoscere le iniziative che il Governo inserirà nel prossimo decreto legge di aprile per alleviare le sofferenze di cassa degli enti locali. A questo proposito potrebbe essere interessante valutare l’attivazione del principio di cooperazione anche tra i soggetti che fanno parte del Gruppo Amministrazione Pubblica. Al momento non esistono norme che regolano la gestione della liquidità all’interno del gruppo, ma una riflessione andrebbe comunque effettuata per rendere completamente legittima la possibilità che gli appartenenti al Gap possano aiutarsi vicendevolmente. I flussi di cassa cioè potrebbero provenire dall’ente locale a favore della partecipata o viceversa, adottando ogni ragionevole garanzia. Ovviamente dovrebbe trattarsi di prestiti a breve termine, che potrebbero garantire il rispetto delle scadenze o degli obblighi contrattuali, di cui beneficerebbe anche l’economia locale.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.


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