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Buoni spesa, stampa fai-da-te

di Matteo Barbero

Anche le spese sostenute dal comuni per stampare in proprio i buoni spesa possono essere fi nanziate a valere sul contributo statale erogato dall’ordinanza di protezione civile n. 658/2020. È quanto sostiene Anci Piemonte rispondendo a un quesito posto da un comune. La menzionata ordinanza prevede all’art. 2, comma 4, che ogni comune sia autorizzato «all’acquisizione, in deroga al decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50: a) di buoni spesa utilizzabili per l’acquisto di generi alimentari presso gli esercizi commerciali contenuti nell’elenco pubblicato da ciascun comune nel proprio sito istituzionale; b) di generi alimentari o prodotti di prima necessità». La modalità operativa è lasciata alla discrezionalità dell’ente che, coerentemente con le esigenze di celerità, può quindi procedere anche all’emissione diretta di buoni spesa. In questo caso, lo strumento risulta inquadrabile nella categoria del voucher multiuso, ai sensi dell’art. 6-quater del dpr n. 633 del 1972, con tutto ciò che ne consegue dal punto di vista fi scale. La possibilità di scelta, in capo al comune, si ritiene non possa tuttavia incidere sulla ratio e sull’onnicomprensività del finanziamento, che è fi nalizzato a far fronte, genericamente, all’acquisizione dello strumento di solidarietà e, pertanto, anche a coprire i connessi costi di stampa in caso di auto produzione dei buoni spesa, onde evitare l’insorgere di situazioni di disparità di trattamento tra gli enti che optano per l’emissione diretta dei buoni e quelli che, invece, si rivolgono agli emittenti. In effetti, una soluzione diversa porterebbe o a penalizzare la scelta dell’autoproduzione dei buoni, ovvero ad imporre complicazioni contabili poco adatte ad uno strumento emergenziale. È comunque bene che i comuni, prima di procedere al rimborso sa favore degli esercenti, verifi chino in modo puntuale (o almeno a campione) che i prodotti acquistati corrispondano alla caratteristiche previste dall’ordinanza che, non causalmente, ammettere gli acquisiti di prodotti di prima necessità non alimentari solo in via diretta da parte dei comuni (e non tramite voucher).
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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