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Piccoli comuni, bilanci a rischio

L’Anpci ha messo a punto un pacchetto di proposte di modifi ca al dl Cura Italia
Meno accantonamenti al Fcde. Sospensione di tutti i mutui
Il coronavirus rischia di mandare in default i comuni. Il combinato disposto delle maggiori uscite di cassa per gestire l’emergenza e delle minori entrate locali (causate dal blocco delle attività produttive e dal calo dei redditi e dei consumi, diretta conseguenza delle misure di contenimento imposte dal governo) rischiano di determinare una crisi di liquidità irreversibile nei bilanci municipali. Il decreto Cura Italia (dl 18/2020), approvato dall’esecutivo come prima misura per fronteggiare l’emergenza, contiene misure parziali a favore dei comuni. Per questo l’Anpci, in vista dell’esame del provvedimento in parlamento, ha preparato una memoria (messa a punto dal consulente Vito Mario Burgio) con la lista dei correttivi da sottoporre all’esecutivo affi nché li recepisca come emendamenti al decreto o come nuove misure da inserire in un prossimo decreto legge da approvare ad aprile a favore dei comuni. L’Anpci chiede che venga trasferito dallo stato ai comuni, a titolo di anticipo, il 100% delle entrate correnti accertate nel conto 2018 per la competenza (con recupero negli anni successivi, anche in tre anni, con lo stesso metodo applicato dal dl sulle tariffe rifiuti). È necessario inoltre prevedere la possibilità, da parte degli amministratori locali, di destinare, in tutto o in parte, i contributi in conto capitale previsti a favore dei comuni nel 2020 (Manutenzione e messa in sicurezza di strade e infrastrutture, efficientamento energetico, Bonus casa sulle facciate, Fondo Asili Nido e Scuole dell’infanzia) agli interventi emergenziali e anche alle spese correnti. Va consentito l’utilizzo degli avanzi di amministrazione per le spese correnti di urgenza senza dover attendere l’approvazione, da parte dei consigli comunali, dei conti consuntivi. Il via libera all’utilizzo dell’avanzo di amministrazione per il fi nanziamento delle spese correnti, disposto dal decreto legge Cura Italia, non basta, infatti, a risolvere i problemi di cassa causati ai comuni dall’emergenza Coronavirus. I vincoli restano in quanto l’avanzo è utilizzabile solo a seguito dell’approvazione del Rendiconto di gestione. Questo comporta che le tensioni di competenza e di cassa, che tutti gli enti locali si troveranno ad affrontare almeno nel corso del primo quadrimestre del 2020, non potranno essere «sanate» da subito dall’utilizzo dell’avanzo di amministrazione in quanto tale risorsa sarà disponibile dopo il 30 giugno. Di qui la proposta di consentire alle giunte l’approvazione di un prospetto dell’avanzo presunto aggiornato, applicando con variazione di bilancio le quote libere del risultato di amministrazione per le sole spese correnti legate all’emergenza Covid-19. E ancora, l’Anpci chiede al governo che venga ridotto l’accantonamento del fondo crediti di dubbia esigibilità per liberare risorse da destinare all’emergenza. E anche il differimento al 2021 delle scadenze di pagamento delle quote capitali dei soli mutui trasferiti da Cdp al Mef risulta essere una misura parziale. Per l’Anpci bisognerebbe far slittare di un anno il periodo di ammortamento di tutti i mutui a carico degli enti locali. Un emendamento in tal senso è stato predisposto dal senatore di Forza Italia Marco Perosino che ha messo a punto anche una proposta di modifi ca volta sostenere economicamente le emittenti radiotelevisive locali che a causa del Coronavirus stanno registrando un crollo degli investimenti pubblicitari.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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