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Spending review, ultimi giorni per l'invio del questionario alla Corte dei conti

di Patrizia Ruffini e Susy Simonetti

Conto alla rovescia per l’invio alla Corte dei conti del questionario sulla spending review. Entro il 15 febbraio i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti sono tenuti a inviare i dati per la verifica dell’attuazione delle misure dirette alla razionalizzazione della spesa (deliberazione della sezione Autonomie n. 20/2019 sul Quotidiano degli enti locali e della Pa del 31 luglio). Deputati alla stesura dovranno essere, per la natura delle informazioni richieste, i responsabili del controllo di gestione. Il questionario dovrà tuttavia essere firmato anche dal presidente dell’organo di revisione, per la validazione dei dati finanziari. La rilevazione, che è disponibile sulla piattaforma Con.Te dai primi di dicembre, si riferisce ad atti o attività dell’esercizio 2018. Nello specifico i tre ambiti di analisi riguardano l’osservanza delle disposizioni di legge relative ai contratti, alle riduzioni di spesa, oltre che l’analisi dei risultati ottenuti nella riduzione dei costi. La prima sezione parte dalla verifica dell’utilizzo degli strumenti telematici di acquisto e di negoziazione messi a disposizione dalle centrali di committenza qualificate, per evidenziare i risparmi ottenuti con l’aggregazione e la centralizzazione della domanda, presupponendo, da parte dell’ente, un’ approfondita conoscenza della quanto mai frammentaria normativa in materia di obbligo o facoltà di ricorso alla convenzione Consip e dei soggetti aggregatori di cui al decreto legge 66/2014. È richiesta, nel dettaglio, anche l’indicazione della percentuale di utilizzo dei diversi strumenti telematici sul totale della spesa per l’acquisto di beni e servizi. La verifica procede, poi, in una direzione dinamica dell’attività contrattuale dell’ente, che implica, da parte dei responsabili, particolare attenzione alla fase esecutiva. In particolare, è richiesto, qualora successivamente alla stipula del contratto intervenga una convenzione Consip con parametri migliorativi rispetto a quelli derivanti dall’autonoma procedura, se l’ente ha provveduto ad una riformulazione del negozio giuridico originario con l’adeguamento ai nuovi prezzi o, in caso contrario, se ha esercitato il diritto di recesso. Elementi di dettaglio dovranno essere sviluppati, quale corpo motivazionale, giusta analisi comparativa costi benefici, a sostegno dell’ eventuale mancato recesso, da comunicare, tra l’altro, alla Corte dei conti entro il 30 giugno di ogni anno. Nel questionario si chiede, inoltre, di esplicitare il rispetto dei presupposti normativi per l’utilizzo della deroga all’obbligo di ricorso alle convenzioni, quali l’inidoneità del bene/servizio, per carenza dei requisiti essenziali, a soddisfare lo specifico fabbisogno dell’amministrazione e l’autorizzazione motivata da parte dell’organo di vertice amministrativo. La corretta compilazione del questionario presuppone, pertanto, all’interno degli enti, un sistema di rete, nel quale gli attori coinvolti nella gestione della spesa pubblica creano una nuova dimensione relazionale, veicolando le informazioni richieste al responsabile del controllo di gestione. È questo il nuovo approccio metodologico, che impone, non solo un mutamento organizzativo, ma soprattutto una nuova cultura gestionale dove la comunicazione e il coordinamento diventano le parole chiave, per un continuo e stretto raccordo funzionale tra le varie articolazioni presenti. Nella sezione II, dedicata alle riduzioni della spesa obbligatorie, sono richieste per le voci soggette a limite (relazioni pubbliche, convegni, mostre, pubblicità, sponsorizzazioni, missioni, formazione, studi e consulenze) i valori assunti nel rendiconto 2017 e 2018, oltre che il tetto di spesa da non superare. Occorre rammentare che dal 1 gennaio, la maggior parte di questi vincoli è stata eliminata dal decreto fiscale collegato alla manovra 2020. Nell’ultima sezione i responsabili del controllo di gestione devono indicare i dati relativi agli adempimenti non obbligatori e ai relativi risparmi conseguiti, come i piani triennali di razionalizzazione e riqualificazione della spesa, di riordino e ristrutturazione amministrativa, di semplificazione e digitalizzazione, di riduzione dei costi della politica, di funzionamento (articolo 16, comma 4, Dl 98/2011). I magistrati chiedono anche i risparmi conseguiti nel 2018, rispetto all’anno precedente, per affitti passivi, assicurazioni, r/auto, carburante, consulenze, hardware, materiale di consumo, software, spese di pulizia, utenze. Di interesse anche i risparmi acquisiti tramite l’acquisizione di lavori, beni e servizi nell’ambito delle unioni di comuni o attraverso accordi consortili. Infine, il file compilato dovrà essere trasmesso, attraverso il sistema Con.Te, alla Sezione regionale territorialmente competente e alla Sezione delle Autonomie della Corte dei conti.

Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.


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