MAGGIOLI EDITORE - Bilancio e contabilità


Fondi agli enti per i giovani

di Francesco Cerisano

Intesa in Unifi cata. Oggi riunione sul Milleproroghe. I nodi: personale e concessioni balneari
8,7 mln alle regioni, 7,3 ai comuni, uno alle province
Fondi agli enti locali per progetti innovativi a favore dei giovani, soprattutto quelli che vivono nelle periferie e appartengono alle fasce più deboli della popolazione. Sui 33,5 milioni di euro che rappresentano la dotazione del Fondo per le politiche giovanili 2020, il 51% (17 milioni circa) andranno a regioni, comuni e province. Così suddiviso: alle regioni andrà la fetta maggiore (26%) pari a 8,725 milioni di euro, ai comuni il 22% pari a 7,3 milioni, mentre alle province toccherà il 3% (un milione). Il restante 49%, non assegnato agli enti locali, sarà di competenza del Dipartimento per le politiche giovanili. L’intesa sull’assegnazione delle risorse è arrivata ieri in Conferenza unificata, confermando l’inversione di tendenza iniziata lo scorso anno che ridà slancio a un fondo ridotto nel triennio 2015-2018 a poco meno di un milione di euro. La ripartizione delle risorse alle regioni premia la Lombardia che avrà 1,2 milioni di euro, seguita dalla Campania (870 mila euro) e dalla Sicilia (801 mila euro). «Vogliamo favorire l’inclusione sociale nella vita dei territori e la partecipazione politica. I giovani vanno aiutati, soprattutto chi vive in periferia e appartiene alle fasce più deboli della popolazione, responsabilizzandoli anche nelle scelte decisionali», ha osservato il governatore della regione Molise Donato Toma che ha presieduto la Conferenza delle regioni. «Le province avranno poco più di un milione di euro ma sono già 50 i progetti presentati per un fabbisogno di tre milioni», ha commentato Luca Menesini, presidente della provincia di Lucca e rappresentate Upi in Unifi cata. Mentre il vicepresidente Anci Roberto Pella ha voluto inviare un ringraziamento al ministro per le politiche giovanili Vincenzo Spadafora «che, pur nelle diffi coltà della legge di bilancio, ha saputo confermare anche per il 2020 risorse essenziali per il territorio». In Unifi cata si è parlato anche del Milleproroghe (si veda altro pezzo in pagina) che entrerà nel clou delle votazioni in commissione da lunedì 3 febbraio. Oggi è in programma una riunione di maggioranza a cui parteciperanno i relatori Fabio Melilli (Pd) e Vittoria Baldino (M5S) che dovrebbe chiarire i primi indirizzi sugli emendamenti da approvare tra quelli che hanno superato il vaglio di ammissibilità (non ci saranno infatti emendamenti segnalati ma saranno messi al voto tutti quelli giudicati ammissibili). L’Anci ha già fatto sapere che condizionerà il proprio parere all’accoglimento di quelle propposte di modifi ca (non solo quelle ritenute ammissibili, ma anche quelle che non hanno superato il vaglio di ammissibilità e che il governo può sempre inserire nel provvedimento con un maxiemendamento) essenziali per i comuni. Dalla proroga dei contratti del personale impiegato per la ricostruzione del terremoto 2016 all’aumento della capacità assunzionale per il personale di polizia locale (si veda ItaliaOggi del 22 gennaio) fi no al riordino delle concessioni demaniali marittime che sta diventando un tema ad alta tensione per i comuni dopo la sentenza del Consiglio di stato che lo scorso 18 novembre (pronuncia n.7874/2019) ha dichiarato illegittimo, in quanto contrario ai principi del diritto comunitario in materia di tutela della concorrenza (direttiva Bolkestein n.2006/123/CE) lo slittamento automatico delle concessioni per attività turistico-ricreative, in assenza di procedure di gara per la scelta dei potenziali candidati, disposto dalla legge di bilancio 2019 (art.1 comma 683, legge n.145/2018). «I comuni», ha spiegato Pella, «sono tra due fuochi. Da un lato vengono diffi dati dai concessionari a convalidare l’estensione quindicinale della durata delle concessioni, dall’altro, vista l’ultima pronuncia del Consiglio di Stato, potrebbero essere chiamati a rispondere, in sede penale o civile/amministrativa, per aver applicato una norma contraria al diritto comunitario. Urge una soluzione e la disponibilità del ministro Francesco Boccia ad aprire un tavolo tecnico-politico in sede di Unifi cata ci fa ben sperare».
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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