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Patto 2012, la parola alle Regioni

Fonte: Il Sole 24 Ore

La boccata d’ossigeno sul patto di stabilità 2012 dei Comuni, utile a sbloccare i pagamenti dei residui passivi in conto capitale, passa attraverso il potenziamento del ruolo delle Regioni. Il nuovo meccanismo, inserito nella conversione del decreto sulla spending review (Dl 95/2012), parte proprio dai vincoli di finanza pubblica a carico delle Regioni, sui quali interviene con due mosse.
Da un lato, le Regioni subiscono un peggioramento degli obiettivi sul patto di stabilità di 700 milioni nel 2012 e di un miliardo dal 2013 (distribuito, salvo diversi accordi, sulla base dei dati Siope relativi alla spesa pagata per consumi intermedi nel 2011); dall’altro lato, è prevista l’erogazione alle Regioni di contributi statali aggiuntivi per 800 milioni. Essi saranno distribuiti sulla base dell’importo degli spazi finanziari validi ai fini del patto che ogni Regione cederà ai Comuni del proprio territorio (a cui si applicano le regole del patto regionale verticale).
Il meccanismo assicura a ogni Regione un ammontare di contributi commisurato a 1 euro contro 1,2 euro liberati (l’83,33% degli spazi finanziari messi a disposizione); per cui, a fronte di 800 milioni di trasferimenti concessi alle Regioni, i Comuni potranno pagare fatture di lavori per 960 milioni. Il tetto delle nuove entrate per Regione è già fissato, salvo modifiche da concordare in conferenza Stato-Regioni entro il 6 agosto (si veda la tabella); le entrate sono vincolate all’estinzione anticipata del debito. Le Regioni devono mettersi subito al lavoro per rispettare il termine del 10 settembre, entro cui comunicare al ministero dell’Economia, per ogni Comune, gli elementi informativi occorrenti per la verifica del mantenimento dell’equilibrio dei saldi di finanza pubblica.
È previsto un ridimensionamento del patto “orizzontale nazionale” (articolo 4-ter del Dl 16/2012), rispetto al quale l’ammontare degli incentivi è ridotto da 500 a 200 milioni. Per il resto il meccanismo è immutato, per cui i Comuni che cederanno spazi finanziari avranno nel biennio successivo un miglioramento pari alla metà del valore ceduto, mentre quelli che riceveranno spazi finanziari vedranno un peggioramento dei loro saldi per un ammontare pari alla metà della quota ricevuta. Al Comune che cede uno spazio finanziario è assegnato un contributo corrente, pari allo spazio ceduto, da destinare alla riduzione del debito. Dopo i ritocchi, il primo termine del calendario del patto orizzontale nazionale è il 20 settembre, data entro cui i Comuni possono comunicare al ministero dell’Economia, via web e a mezzo raccomandata sottoscritta dal responsabile del servizio finanziario, l’entità degli spazi finanziari da cedere o da acquisire. Il processo si chiude entro il 5 ottobre, con l’aggiornamento, da parte della Ragioneria dello Stato, del prospetto degli obiettivi dei Comuni interessati alla rimodulazione, in riferimento al 2012 e al biennio successivo.
Nel quadro degli strumenti a disposizione di Comuni e Province va ricordato, infine, il patto regionalizzato nelle due modalità, verticale e orizzontale. Per il primo, entro il 15 settembre gli enti interessati devono dichiarare (ad Anci, Upi, Regioni e Province autonome) i pagamenti che possono effettuare nell’anno. La Regione ridetermina l’obiettivo per ciascun Comune entro il 31 ottobre. Mentre le adesioni al patto regionale orizzontale possono essere presentate entro il 15 ottobre (Dm Economia 6 ottobre 2011), il termine per la ridefinizione degli obiettivi da parte della Regione è sempre il 31 ottobre.
L’auspicio è che il variegato quadro di strumenti a disposizione di Regioni ed enti locali consenta effettivamente di liberare risorse senza effetti negativi per i vincoli di finanza pubblica, anche perché, a partire dalle inadempienze sul patto del 2012, si applica il peggioramento della sanzione del taglio delle risorse provenienti dallo Stato, che tornerà a essere calcolato in misura pari allo sforamento integrale sull’obiettivo, senza beneficiare del tetto del 3% delle entrate correnti (articolo 4-ter del Dl 16/2012


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