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Spending review, via lib era dalla Camera

Fonte: Il Corriere della Sera

L’Aula della Camera ha dato il via libera definitivo al decreto sulla spending review, che già era stato licenziato da Palazzo Madama. Il testo diventa dunque legge. Il decreto ha ricevuto 371 sì, 86 no e 22 astensioni. Presenti in 479, i votanti sono stati 457.

 LE NOVITA’ – Numerosi gli articoli approvati, dal taglio del personale e degli acquisti della pubblica amministrazione al riordino delle province, dagli sconti sui farmaci per la sanità pubblica alle nuove norme per l’aumento delle tasse universitarie.

PUBBLICA AMMINISTRAZIONE – L’intervento più consistente riguarda la pubblica amministrazione. Il provvedimento punta infatti a ridurre la spesa per l’acquisto di beni e servizi, e rivede, tra le tante norme, l’organico della pubblica amministrazione con un taglio, entro ottobre, delle dotazioni delle amministrazioni centrali (con un meno 20% per la dirigenza e meno 10% per il resto del personale e una revisione del turn over). Prevede inoltre il contenimento dei costi per il parco auto e i buoni pasto e la riduzione delle spese per il funzionamento della presidenza del Consiglio.

NUMEROSE ASSENZE – Numerose le assenze al momento della votazione finale. Ancora una volta la maglia nera spetta al Pdl: 70 assenti di cui 8 in missione. Al momento del voto tra le file del partito di Silvio Berlusconi si sono astenuti in 19, mentre 15 deputati hanno votato contro.

ODG SPESA FARMACI – La Camera ha anche approvato un ordine del giorno che impegna il Governo a intervenire sul fronte della spesa per i farmaci. Presentato da Antonio Palagiano dell’Idv, il testo prevede di limitare a uno solo per ricetta il numero dei farmaci rimborsabili dal Ssn, ad eccezione degli antibiotici monodose e di quei pochi soggetti che già usufruiscono della possibilità di averne prescritti tre.


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