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Ammutinamento municipalizzate

Fonte: Italia oggi

Le aziende speciali boicottano il patto di stabilità a cui sono state assoggettate dal decreto liberalizzazioni (dl n. 1/2012) di gennaio. A undici mesi dal varo della norma che pone ai raggi X dal 2013 i conti della miriade di società e istituzioni che gravitano attorno a comuni e province, nessuna di queste si è iscritta al registro delle imprese e ha depositato i bilanci presso le camere di commercio in modo da rendere possibile l’attivazione del controllo.

La legge obbligava a farlo entro il 31 maggio 2012 in modo da consentire a Unioncamere di trasmettere al ministero dell’economia e delle finanze entro il 30 giugno l’elenco delle aziende speciali con i relativi dati contabili.

Ma tutte hanno fatto orecchio da mercante nonostante non fosse previsto alcun regime transitorio per la prima applicazione della riforma.

E così è intervenuta direttamente la Ragioneria generale dello stato che in una nota datata 19 novembre, ma diffusa ieri, ha scritto a tutti i comuni e alle province (oltre che ad Anci, Upi e Unioncamere per conoscenza) affinché vigilino «sull’osservanza degli obblighi da parte di tutti i propri organismi strumentali».

Il Ragioniere generale dello stato, Mario Canzio, ha sollecitato con urgenza «l’attivazione delle procedure di iscrizione e deposito dei bilanci presso le competenti camere di commercio». E ha posto una dead line molto stretta (e in ogni caso difficile da rispettare considerando il completo inattivismo di questi mesi): entro il 30 novembre 2012 ciascun ente locale dovrà comunicare di essersi messo in regola presso le Cciaa competenti. In caso di mancato adempimento gli enti dovranno spiegare il perché.

La stretta non risparmierà nessuno degli enti strumentali comunali e provinciali, tranne le aziende speciali e le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, culturali e farmacie. Si tratta infatti di eccezioni espressamente inserite nel corso dell’iter parlamentare del dl liberalizzazioni.

La necessità di porre sotto la lente la gestione degli enti strumentali è stata più volte evidenziata dalla Corte dei conti. A preoccupare sono soprattutto le politiche del personale. Sono anni, infatti, che i magistrati contabili lanciano l’allarme sull’utilizzo delle aziende speciali da parte dei comuni per dribblare le sempre più rigide regole in materia di personale (blocco delle assunzioni e limiti al turnover).

Un importante paletto in proposito è stato posto dalla Corte conti Lombardia (parere n. 119 del 4/4/2012). I giudici lombardi hanno chiaramente affermato che agli enti strumentali si estendono gli stessi divieti e limiti in materia di assunzioni imposti al comune controllante. Con la conseguenza che, se questo è soggetto al patto di stabilità e non l’ha rispettato, anche l’azienda speciale non potrà assumere nuovo personale


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