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Imu, Iva e Tares: partita da 7 miliardi
Pd e Pdl divisi: restituzione una tantum per l'imposta versata e riscrittura per il futuro

Sul fisco il futuro Governo si prepara a giocare una partita da almeno 7 miliardi. Ai 4 dell’Imu sulla prima casa, che il Pdl vuole eliminare e il Pd rimodulare nell’ambito di una riforma più «strutturale», si aggiungono i 2 miliardi dell’aumento Iva e il miliardo della Tares. Ma il conto è al ribasso visto che il centrodestra continua a insistere sulla necessità di rimborsare quanto pagato dagli italiani nel 2012 per l’abitazione principale (altri 4 miliardi). Bastano questi numeri a spiegare perché la nascita del nuovo Esecutivo si incrocia in più punti con la necessità di trovare una quadra sulle ricette fiscali. Ad esempio arrivando a un compromesso sull’Imu: restituzione una tantum per il passato e riscrittura per il futuro.
L’argomento sarà approfondito nelle prossime ore. Per il momento il segretario del Pdl, Angelino Alfano, non è disposto a retrocedere: senza soluzione sull’Imu non partecipiamo al Governo. Il perché lo spiega Maurizio Bernardo, relatore pidiellino al Dl sblocca-debiti: «Restiamo convinti dell’abolizione di una tassa su un bene primario come l’abitazione principale e sulla restituzione di quanto già pagato nel 2012. Per tempi e modalità del rimborso – aggiunge – con il possibile coinvolgimento della Cdp ci sarà tempo e modo per trovare una soluzione». A fornire una possibile strada per le coperture è Ignazio La Russa che ha rivelato di aver ricevuto attenzioni dal premier incaricato sulla proposta di Fratelli d’Italia durante le consultazioni di ieri: coprire il rimborso dell’imposta municipale 2012 con l’emissione di titoli di Stato decennali.
Da ambienti lettiani non sono giunte conferme che la soluzione proposta da La Russa venga considerata praticabile dal presidente del Consiglio in pectore. Che, in caso di scioglimento positivo della riserva, al fisco dovrebbe dedicare una parte importante del suo discorso alle Camere. Ad esempio battendo soprattutto sul tasto della necessità di avere una riforma strutturale e di sistema. E dunque di legare le sorti del tributo immobiliare a una più ampia revisione della tassazione sugli immobili. Da qui la possibile intenzione di legarla a doppio filo con la riforma del catasto contenuta nella delega fiscale che il parlamento precedente ha affossato e i saggi del Quirinale hanno suggerito di recuperare.
In questo senso andranno comunque separate le emergenze dagli interventi strutturali. Sul tavolo ci sono due esigenze incomprimibili: la necessità di rifinanziare gli ammortizzatori sociali dal 1° maggio, il cui costo oscilla tra 800 milioni e 1,5 miliardi, ed evitare dal 1° luglio l’aumento di un punto dell’Iva che vale, come detto, altri due miliardi. Senza dimenticare a fine anno la “stangata” da 1 miliardo su imprese e cittadini con la nuova tassa sui rifiuti e servizi (Tares). 
Gira e rigira si torna al punto di partenza. Anche il nuovo Esecutivo si troverà a fare i conti con la scarsità di risorse liberabili. E anche per questo non è escluso il raggiungimento di un compromesso: rimborsare l’Imu 2012 come chiede il Pdl ma rimodulare l’imposta dal 2013 come piacerebbe al Pd. E cioè portando la detrazione sull’abitazione principale a 4-500 euro. Arrivando così a esentare di fatto oltre il 90% degli italiani dal pagamento, come dimostrano i dati del Mef sui versamenti dello scorso anno.


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