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Comuni montani, pronto l'elenco
In arrivo il decreto che riporta l’Imu su molti terreni oggi esenti

<p>Arriver&agrave; nei prossimi giorni il decreto dell’Economia con il nuovo elenco (pi&ugrave; snello) dei Comuni considerati &laquo;montani e collinari&raquo; in cui continua ad applicarsi l’esenzione Imu per i terreni. Il provvedimento, elaborato dopo aver raccolto i dati sui terreni a propriet&agrave; collettiva che rimangono esenti, &egrave; pronto per la firma del ministro, e permetter&agrave; di capire in quali Comuni i proprietari dei terreni saranno chiamati a pagare l’Imu 2014 entro il 16 dicembre.</p>
<p>Il decreto sui Comuni montani colloca un tassello importante nel puzzle della finanza locale 2014, ma arriva a bilanci ormai chiusi dopo la scadenza del termine al 30 settembre. Un provvedimento con il rinvio al 30 novembre era pronto per il Consiglio dei ministri di mercoled&igrave; scorso, ma non &egrave; arrivato al traguardo e ora si discute della possibilit&agrave; di riaprire un termine scaduto (come gi&agrave; avvenuto fa con gli obblighi di gestione associata, per esempio). Il problema non &egrave; da poco: le esperienze recenti dicono che probabilmente anche questo nuovo meccanismo di tagli al fondo di riequilibrio da compensare con i soldi raccolti dai contribuenti far&agrave; zoppicare i conti in molti Comuni, a causa di stime diverse da quelle ministeriali, tanto pi&ugrave; che a due mesi dalla scadenza del saldo bisogner&agrave; chiamare alla cassa i proprietari di terreni che finora sono sempre stati esenti sia dall’Ici sia dall’Imu.</p>
<p>Questa incognita vale 350 milioni, e si aggiunge alle tante che costellano in questa fase i conti di molti Comuni. L’ultima in ordine di tempo &egrave; rappresentata dal taglio di 172 milioni prodotta dalla verifica del gettito da fabbricati D, comunicata dall’Economia l’11 settembre e decurtata ai singoli comuni dal ministero dell’Interno il 16 settembre, nonostante l’opposizione dell’Anci.</p>
<p>Un’altra partita non del tutto definita &egrave; quella aperta dal comma 711 della legge 147/2013, che riconosce ai Comuni di un contributo di 110,7 milioni a compensazione del minor gettito Imu conseguente alla riduzione del moltiplicatore dei terreni agricoli dei coltivatori, passato da 110 a 75, e all’esenzione dei fabbricati rurali. Gli importi spettanti ai Comuni sono stati concordati nella Conferenza Stato-citt&agrave; ed autonomie locali dell’11 settembre e sul sito del Viminale &egrave; pubblicato l’elenco, anche se manca la formalizzazione con decreto ministeriale (che avrebbe dovuto essere emanato in realt&agrave; entro il 31 gennaio). Nella stessa condizione si trova la questione sollevata dall’articolo 1, comma 6 del Dl 133/2013, dove si prevede il riparto di 348,5 milioni di euro a compensazione del minor gettito Imu sull’abitazione principale, anche in base ai gettiti effettivi da mini-Imu (in questo caso la scadenza del decreto era fissata al 28 febbraio).</p>
<p>L’articolo 2 bis, comma 2 del Dl 102/2013 prevede invece il riparto di 18,5 milioni per i Comuni che nel saldo Imu 2013 hanno assimilato all’abitazione principale quella data in comodato. C’&egrave; stato l’accordo in Conferenza unificata il 5 agosto, ma l’elenco dei Comuni beneficiari non &egrave; stato pubblicizzato e manca il decreto che avrebbe dovuto essere emanato entro il 14 dicembre 2013.</p>
<p>A bocce ferme, l’unica possibilit&agrave; per i Comuni per rivedere i propri conti &egrave; data dall’assestamento di bilancio, possibile fino al 30 novembre, ma al di l&agrave; dei problemi contabili a ostacolare molti &egrave; l’assenza delle risorse necessarie a coprire i buchi prodotti da stime errate o altri inciampi. Lo stesso accade alle Province, che dal decreto attendevano l’ammorbidimento della spending da 100 milioni sulla scorta delle indicazioni maturate in conferenza Unificata.</p>


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