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Comuni, investimenti sbloccati

Fonte: ItaliaOggi

Sbloccati gli investimenti dei comuni. Il Fondo pluriennale vincolato sarà rifinanziato anche per il triennio 2017-2019 con una dotazione di 490 milioni di euro l’anno in grado di generare investimenti per 1,4 miliardi. Ma solo i sindaci virtuosi potranno investire, perché le parole d’ordine della prossima legge di bilancio saranno «merito» e «bisogno». Un leitmotiv che metterà insieme le misure per la competitività (come «Industria 4.0», l’abbassamento dell’Ires, la nuova Iri, l’imposta sul reddito imprenditoriale per i lavoratori autonomi e la defiscalizzazione dell’agricoltura con la cancellazione di Imu, Irap e Irpef agricole) con quelle sull’anticipo pensionistico e sui vitalizi più bassi. Così come per cittadini e imprese anche per gli enti locali e la p.a. sono in arrivo misure selettive di cui non tutti potranno beneficiare. Lo sblocco del turnover e dei concorsi, ad esempio, riguarderà solo alcuni settori del pubblico impiego e alcune categorie di comuni. Lo stato tornerà a bandire concorsi pubblici ma solo per le forze dell’ordine, gli infermieri e i medici. In totale saranno 10.000 i posti messi a bando. Il turnover invece resterà al 25% nelle amministrazioni centrali dello stato, ma sarà pieno per i piccoli comuni «che non possono aspettare che quattro dipendenti vadano in pensione per assumerne uno». All’assemblea Anci di Bari, il presidente del consiglio Matteo Renzi ha anticipato alcune delle principali novità in arrivo per i comuni. Per Renzi è arrivato il momento di operare un distinguo perché «è stato un errore omologare tutto nello stesso calderone mettendo sullo stesso piano sindaci virtuosi e cialtroni». Il premier ha risposto a molte delle sollecitazioni lanciate nei primi due giorni di lavori del neo presidente dell’Associazione, il sindaco di Bari Antonio Decaro. A cominciare dalla richiesta di saldare le vecchie partite finanziarie pregresse lasciate ancora in sospeso dal governo (su tutte il mancato ristoro delle spese per gli uffici giudiziari, si veda ItaliaOggi di ieri) che l’esecutivo, ha assicurato il premier, «cercherà di portare a soluzione».

Il presidente del consiglio ha voluto tranquillizzare i primi cittadini sul delicato tema dell’edilizia scolastica, reso ancor più urgente dall’emergenza terremoto: tutti i soldi spesi dai comuni per ristrutturare e mettere in sicurezza le scuole non saranno conteggiati dall’Ue nel patto di stabilità e crescita. «Bisogna tornare a progettare», ha detto il premier, «nel senso etimologico del termine, ossia tornare a gettare uno sguardo sul futuro. Guai se un sindaco non lo facesse. Gli investimenti pubblici si sono dimezzati in questi anni di politiche restrittive passando da 40 a 20 miliardi». Secondo Renzi è arrivato il momento di invertire la rotta. Buone notizie anche per le periferie delle grandi città. Tutti i progetti saranno finanziati entro il 2017 e le risorse disponibili passeranno da 500 milioni a 2,5 miliardi. Tornando ai piccoli comuni, Renzi ha rivendicato la recente approvazione della legge Realacci alla camera annunciando che, dopo tre tentativi andati a vuoto nelle passate legislature, questa sarà la volta buona. La legge non cambierà, a parte il capitolo dei finanziamenti, perché, ha ammesso il capo del governo «10 milioni all’anno sono un po’ pochi». Sulle fusioni, poi, i mini-enti potranno stare tranquilli. Non ci sarà nessun obbligo di mettersi insieme. Le fusioni saranno incentivate dal punto di vista finanziario ma mai imposte. Apprezzamento per le parole del premier è stato espresso dal presidente dell’Anci Decaro. «Se il discorso del presidente del consiglio troverà un riscontro concreto, finalmente l’auspicata nuova stagione nei rapporti tra stato e comuni sarà alle porte. “I presupposti sulla riforma della governance locale e dei piccoli comuni, insieme all’annuncio che saranno finanziati tutti i progetti per le periferie, non possono che raccogliere il nostro favore», ha detto il sindaco di Bari.


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