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Partite Iva: la sintesi di luglio fa registrare un nuovo stallo
Ancora una battuta d’arresto per le nuove partite Iva. In tutto, nello scorso mese di luglio, ne sono state aperte 37.512: un ritardo, rispetto alla rilevazione che fotografava i dati dello stesso mese dell’anno precedente, pari a –8,4 per cento. Questo il risultato complessivo registrato dall’Osservatorio sulle partite Iva nella consueta sintesi mensile pubblicata sul sito del dipartimento Finanze.

Con comunicato del 13/09/2016 la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate rende noto che:

Ancora una battuta d’arresto per le nuove partite Iva. In tutto, nello scorso mese di luglio, ne sono state aperte 37.512: un ritardo, rispetto alla rilevazione che fotografava i dati dello stesso mese dell’anno precedente, pari a –8,4 per cento. Questo il risultato complessivo registrato dall’Osservatorio sulle partite Iva nella consueta sintesi mensile pubblicata sul sito del dipartimento Finanze.

Il calo generale è evidente ma, leggendo qua e là, è possibile focalizzare notevoli differenze a seconda dell’angolo d’osservazione. Il riepilogo e l’elaborazione dei dati scaturiscono, infatti, da un’analisi effettuata partendo da quattro diversi punti di vista. Le informazioni, in sostanza, sono suddivise per natura giuridica, attività economica, territorio e, per quanto riguarda le persone fisiche, per caratteristiche demografiche (sesso ed età).

La cristallizzazione operata partendo dalla natura giuridica evidenzia la solita preponderanza delle persone fisiche: viene da professionisti e lavoratori autonomi il maggior numero di aperture (il 68,4% del totale). Le società di capitali si fermano al 25,5% e quelle di persone al 5,2 per cento. I non residenti e altre, marginali forme giuridiche, insieme, arrivano appena allo 0,9 per cento. Percentuali, queste, tutte in flessione se paragonate al corrispondente mese di luglio 2015 (-7,6% per le persone fisiche, -8,8% per le società di capitali e -13,6% per le società di persone).

Dalla “bandierina” del territorio, il dato che salta all’occhio è quello relativo alla regione Basilicata, che segna uno straordinario incremento di nuove partite Iva (+129,2%): dal Df, però, sottolineano che non si tratta di una sorpresa, bensì di un trend caratterizzato dal rinnovato impegno dei giovani nel settore dell’agricoltura. Poi, a parte la Sardegna con un +0,5%, nel resto del Paese il grafico scende fino a toccare quote come il -36,5% della Valle d’Aosta, il -20,3% della provincia di Trento e il -19,4% di quella di Bolzano. È dunque proprio il Nord, dove si contano le più numerose aperture (il 42,7% del totale), a deludere.

Dall’angolo del settore produttivo, è il commercio che continua a farla da padrone, facendo registrare il maggior numero di avviamenti di partite Iva (22,2% del totale), seguito dalle attività professionali (13%) e dall’agricoltura (9,3%). Rispetto a luglio 2015, si aggiudicano variazioni positive i settori relativi alla sanità (+20,5%) e all’agricoltura (+8%). Di segno opposto, quindi negativa, la performance dei servizi informativi (-21,8%), del commercio che, pur essendo il settore con più aperture, fa segnare un calo del 17,3% e dei servizi alle imprese (-14,1%).

L’indagine sul dato demografico ribadisce la prevalenza della quota maschile, con il 62% del totale. Ad aprire una nuova partita Iva sono, soprattutto, maschi giovani, che hanno al massimo 35 anni (il 48,4% del totale). In ogni caso, rispetto allo stesso mese dell’anno scorso, si registra un calo generale riguardante tutte le classi d’età, ma ancor più marcato per quella “media” tra i 36 e i 50 anni (-12,7%).

Infine, il dipartimento fa sapere che 18,8% di coloro che a luglio hanno aperto una partita Iva risulta nato all’estero.


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