Sindaci, responsabilità certe

ItaliaOggi
23 Novembre 2022
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di FRANCESCO CERISANO (ItaliaOggi – 23/11/2022) – In collaborazione con Mimesi s.r.l.

Il Capo dello Stato all’assemblea Anci. Il presidente Decaro chiede fiducia al governo
Mattarella: la funzione rischia di diventare impraticabile
da Bergamo. Fare chiarezza sui confini delle responsabilità dei sindaci. Perché “sarebbe una sconfitta per la democrazia se si facesse strada l’idea che l’esercizio della funzione di sindaco, oltre a essere faticoso” fosse così gravato da rischi “da giungere quasi all’impraticabilità”. Dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella, intervenuto alla XXXIX assemblea Anci apertasi ieri a Bergamo, arriva la moral suasion che i primi cittadini si attendevano dopo che neppure la legislatura appena trascorsa è stata capace di realizzare l’auspicata riforma delle responsabilità sindacali che, come ha ricordato il presidente dell’Anci Antonio Decaro non significa “impunità o immunità” e non si esaurisce nella riforma dell’abuso di ufficio, ma parte da un dato di fatto: il 93% dei reati contestati ai sindaci si risolve tra assoluzioni e archiviazioni. “I comuni, le province, le amministrazioni degli enti locali devono trovarsi nella condizione di poter operare”, ha ammonito Mattarella, “devono essere messi tutti in condizione di adempiere ai compiti loro affidati, per poter concorrerea realizzare il principio costituzionale della pari dignità dei cittadini”.

In ottica autonomia differenziata, Decaro ha invece puntato l’attenzione sulla salvaguardia delle funzioni fondamentali di comuni, province e città metropolitane “che nessun intervento di riforma potrà mai intaccare”. Ma prima di pensare al futuro e alle riforme ordinamentali, i sindaci devono fare i conti con l’oggi e con le urgenze dettate dal caro energia e dal rincaro dei materiali che pesano come un macigno sul Pnrr. Sul primo aspetto, la Manovra (con il decreto accise ad essa collegato, varato lunedì sera dal cmd) va nella giusta direzione stanziando 150 milioni di euro, già per il 2022. I sindaci avevano chiesto risorse per 200-300 milioni. “Fino ad oggi abbiamo ottenuto poco più di un miliardo di euro di sostegni”, ha ricordato il sindaco di Bari. “Noi sappiamo che la tendenza in atto è di un aumento medio che si avvicina al 100%. Anzi, ci sono enti che accusano incrementi di gran lunga superiori, assolutamente non assorbibili con gli strumenti finanziari e ordinamentali finora messi a disposizione del sistema”. Come Bari, dove la spesa è passata da 7 a 16 milioni. Sul Pnrr, Decaro ha rivendicato i risultati raggiunti (con i 40 mld assegnati ai comuni per opere di grande utilità per i cittadini “rispettando i tempi che ci eravamo assegnati, un risultato che per l’Italia è un piccolo record”) ma ha chiesto innanzitutto semplificazione sulla programmazione, a cominciare dall’istituzione di un Fondo unico per il sistema di protezione sociale comunale che raggruppi i molti rivoli delle risorse comunali per il welfare. “Ogni Fondo ha le sue regole, spesso cervellotiche, con tempi di erogazione diversi da parte del ministeroe delle diverse regioni, che spesso arrivano alla fine dell’anno di riferimento”. Di qui la necessità di un Fondo unico. Sul caro materiali, l’Anci è tornata a ribadire la richiesta al governo di aggiornare rapidamente la copertura economica del Fondo speciale che consente ai comuni di integrare le risorse per le opere la cui realizzazione è stata messa a rischio dall’impennata dei prezzi delle materie prime. Il Pnrr infatti entrerà nel vivo nel 2023 e nel 2024 e i sindaci devono poter aggiornare i quadri economici per le gare da bandire. L’ultimo capitolo riguarda le riduzioni di risorse attese per il 2023. L’Anci calcola una perdita secca di 210 milioni di euro, cui si aggiunge una riduzione del reintegro del taglio previsto dal decreto legge 66/2014. Poi va considerato il venir meno dello stanziamento di 110 milioni di euro sul c.d. Fondo Imu-Tasi.

* Articolo integrale pubblicato su Italia oggi del 23 novembre 2022.

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