Il ministro ammette: le risorse non ci sono

Fonte: Avvenire

“In questo momento di crisi le risorse per sbloccare i contratti a tutti non ci sono”. Nel giorno in cui il premier Matteo Renzi presenta sul web la riforma della scuola, con 150mila assunzioni e una sorta di “patto educativo”, arriva la doccia fredda dei soldi che mancano e degli stipendi che ancora per un anno, salvo colpi di scena dell’ultima ora, resteranno “congelati”.

Il ministro della Pubblica amministrazione Marianna Madia ha spiegato che i rinnovi contrattuali per i dipendenti pubblici sono fermi al palo. “Prima di tutto”, spiega il ministgro, guardiamo “a chi ha più bisogno”, quindi “confermiamo gli 80 euro, che vanno anche ai lavoratori pubblici”. Il bonus Irpef, ricorda il ministro, va infatti a tutti i lavoratori sotto una certa soglia di reddito, inclusi gli statali. D’altra parte, sottolinea il ministro, “i contratti hanno iniziato ad essere bloccati all’inizio della crisi”. Una crisi che “visti i dati sull’economia” prosegue e che “il governo è impegnato” a superare. Uno sforzo che secondo il ministro deve coinvolgere “tutti” sia “il governo che le parti sociali”.

Parlando a margine dei lavori in commissione Affari Costituzionali del Senato, dove è iniziata la discussione sul ddl Pa, Madia spiega che la decisione sui contratti per il pubblico impiego verrà presa in sede di legge di stabilità, ma presumibilmente la proroga del blocco, cominciato nel 2010, dovrebbe essere di un anno, e quindi sino al 2015. Servirebbero circa 7 miliardi di euro (a tanto ammonterebbe le risorse necessarie per il rinnovo triennale) per evitare il prolungamento del blocco.

La questione stipendi non è il solo capitolo aperto, un altro fronte riguarda la mobilità obbligatoria, dopo il via libera al dimezzamento di distacchi e permessi sindacali i dipartimenti della Pubblica Amministrazione sono infatti a lavoro sull’attuazione di una delle previsioni cardine del dl Madia, diventato legge due settimane fa: il trasferimento dei dipendenti da una sede all’altra, nel raggio dei 50 chilometri. A breve, infatti, il ministero della Pa dovrebbe convocare le organizzazioni dei lavoratori per stabilire, come prevede lo stesso provvedimento, i criteri per far funzionare tutto il meccanismo. Parametri che poi necessitano di un decreto del ministro. L’iter parlamentare ha apportato delle modifiche al testo originario del dl, inserendo delle deroghe per i genitori con bambini sotto i 3 anni o tutelati dalla legge 104.

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