Il mercato residenziale nel 2013. Pubblicato il Rapporto immobiliare.

Con comunicazione del 13/05/2014 la rivista telematica dell’Agenzia delle Entrate (Fisco Oggi) rende noto che:

Arrivano puntuali anche quest’anno i risultati del Rapporto immobiliare sul mercato residenziale nel 2013, presentati oggi a Roma durante un convegno che si è svolto alla presenza del vice direttore dell’Agenzia delle Entrate, Gabriella Alemanno, e del direttore generale dell’ Associazione bancaria italiana (Abi), Giovanni Sabatini.

Lo studio, giunto alla tredicesima edizione, nasce dalla consolidata collaborazione fra l’Osservatorio del mercato immobiliare (Omi) dell’Agenzia e l’Abi, e fornisce un quadro riepilogativo sull’andamento economico del settore abitativo registrato nel corso dell’anno precedente, documentando nel dettaglio volumi di compravendite, dimensioni delle abitazioni e delle loro pertinenze (cantine, soffitte, garage, eccetera), valore degli scambi e caratteristiche dei prestiti erogati dagli istituti di credito tramite mutuo ipotecario.

 Con questo scopo, si sono alternati al desk dei relatori Gianni Guerrieri, direttore centrale Omi, e Gianfranco Torriero, direttore centrale Abi, cui hanno fatto seguito gli interventi di Roberto Monducci, responsabile del dipartimento per i Conti nazionali e le Statistiche economiche Istat, e di Mario Breglia, presidente di Scenari immobiliari, che hanno concorso a estendere lo sguardo sullo scenario italiano offrendo ulteriori contributi e spunti di riflessione.

 Il mercato immobiliare nel 2013

Il quadro emergente conferma il trend negativo che ha segnato tutto lo scorso anno.

Con 407mila unità immobiliari compravendute, il calo complessivo, rispetto all’anno precedente, si riassume nella misura del 9,2 per cento. La discesa ha riguardato maggiormente le aree del Centro (-10,3%) e delle Isole (-10,8%); a seguire, il Sud (-9,8%), il Nord Ovest (-8,8%) e il Nord Est (-7,5%).

In tutti i comuni le perdite più elevate si sono registrate nelle compravendite di abitazioni monolocali (-10,5%) e piccole (-9%). Unica eccezione, il rialzo del 5,6% per le abitazioni medio piccole nei capoluoghi del Nord Est. In generale, la tipologia abitativa più venduta è stata la media.

Come valore di scambio, il settore residenziale ha perduto circa 8 miliardi (-10,8%), per una spesa di 67,5 miliardi di euro a fronte dei 75,7 miliardi registrati nel 2012.

 Focus sulle principali città italiane

Puntando l’obiettivo sulle grandi città, gli esperti hanno riscontrato nell’insieme una diminuzione delle compravendite del 5,5 per cento.

Napoli (-15,2%) e Genova (-10,3%) detengono il primato delle flessioni più marcate, mentre Roma scende del 7,3 per cento. A fare da contrappunto a queste note negative ci sono soltanto i segnali positivi di Milano, che risale del 3,4% e, in maniera più contenuta, di Bologna, con l’1,5 per cento.

Nelle province delle grandi città, invece, la flessione nella compravendita di case risulta più elevata (-10,6%): i cali maggiori si registrano nella provincia di Roma (-13,8%) e di Milano (-11,1%); quelle di Torino e Genova seguono ex equo (-10,2%). Chiudono la serie, con minore flessione, i comuni della provincia di Bologna (-5,7%).

 L’andamento dei mutui

Nel 2013 prosegue, anche se in modo più attenuato, la flessione delle compravendite di abitazioni acquistate con mutuo ipotecario (-7,7%). A ricorrere al credito per l’acquisto dell’abitazione sono più gli abitanti del Nord (57,2%), rispetto al Centro (22,3%) e al Sud (13,3%), mentre solo il 7,1% delle persone fisiche che vivono nelle Isole acquista la propria abitazione tramite mutuo.

Se ci soffermiamo ad analizzare il capitale complessivo erogato, osserviamo una discesa pari al 10,6%, passando dai circa 19,6 miliardi di euro del 2012 ai 17,6 miliardi di euro del 2013: rallenta, quindi, il calo del -43% registrato nel 2012. In discesa anche il capitale unitario, che passa da una media di 126mila euro erogati nel 2012 ai 122mila euro del 2013, mentre la durata media del mutuo si attesta a circa 23 anni.

 L’indice di affordability

Nonostante il contesto recessivo, il 2013 ha fatto registrare un miglioramento delle condizioni di accesso delle famiglie per l’acquisto dell’abitazione, grazie soprattutto all’abbassamento dei prezzi; infatti, l’indice di affordability, che sintetizza l’analisi dei vari fattori che influenzano la possibilità per le famiglie di comprare casa indebitandosi, interrompe e recupera completamente la discesa iniziata nel 2011, in corrispondenza con la crisi finanziaria.

Rispetto all’inizio del 2012, quando solo il 47% delle famiglie riusciva ad accedere all’acquisto dell’abitazione, nel secondo semestre del 2013 tale percentuale cresce fino ad attestarsi al 53%: il miglior dato dal primo semestre del 2006, ma ancora lontano dal 62% rilevato nel primo semestre 2004.

L’indice di affordability mostra anche un’elevata variabilità regionale: è abbastanza positivo per le regioni Molise, Calabria, Basilicata e Friuli Venezia Giulia, mentre è negativo per Liguria, Toscana e Lazio.

© RIPRODUZIONE RISERVATA