Fondone, acconto da 220 mln

ItaliaOggi
25 Marzo 2021
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di Francesco Cerisano

Riparto in Stato-città. Sul tavolo anche il capitale minimo dei concessionari della riscossione
Ristorati anche i mancati incassi da Imu e canone unico
Per gli enti locali arriva l’acconto sul «Fondone» compensativo delle perdite da Covid. L’anticipo di 220 milioni (200 milioni ai comuni e 20 a province e città metropolitane) sarà distribuito con il decreto del ministero dell’interno, di concerto con il Mef, che riceverà oggi l’intesa nella Conferenza stato-città convocata in seduta straordinaria dal ministro Luciana Lamorgese. Sul tavolo della Conferenza andrà anche lo schema di decreto del Mef che regolamenta non solo i requisiti per l’iscrizione all’Albo dei soggetti abilitati ad effettuare le attività di accertamento e di riscossione dei tributi e delle altre entrate degli enti locali, ma anche i criteri di iscrizione obbligatoria in una sezione separata dell’Albo per i soggetti che svolgono esclusivamente le funzioni e le attività di supporto propedeutiche all’accertamento e alla riscossione delle entrate degli enti locali. Il decreto, previsto dalla riforma della riscossione locale introdotta dalla legge di bilancio 2020, sarebbe dovuto arrivare entro il termine del 30 giugno 2020, in modo da consentire entro il 30 giugno 2021 l’adeguamento del capitale sociale alle nuove soglie. L’arrivo del decreto con 10 mesi di ritardo e a due mesi dalla scadenza del 30 giugno per l’adeguamento del capitale costringe gli operatori del settore a una tabella di marcia molto serrata, a meno che non arrivi una proroga su cui però il sottosegretario al Mef, Claudio Durigon, rispondendo in commissione fi nanze della camera a un’interrogazione dei deputati 5 Stelle Azzurra Cancelleri e Vita Martinciglio (che ipotizzavano uno slittamento al 31 dicembre 2022) non si è voluto sbilanciare. Le soglie minime di capitale sociale a cui gli operatori dovranno adeguarsi sono le seguenti: per l’effettuazione, anche disgiuntamente, delle attività di accertamento e riscossione dei tributi e di altre entrate, il capitale minimo da versare dovrà essere di 2,5 milioni di euro nei comuni con popolazione fi no a 200.000 abitanti, per poi salire a 5 milioni di euro nelle province e nei comuni con popolazione superiore a 200.000 abitanti. Per lo svolgimento delle funzioni e delle attività di supporto propedeutiche all’accertamento e alla riscossione delle entrate locali, la soglia minima parte da 100 mila euro nei comuni con popolazione fi no a 100.000 abitanti, sale a 200 mila euro nei comuni da 100.000 a 200.000 abitanti e arriva a un milione di euro nelle province e nei comuni con popolazione superiore a 200.000 abitanti. Sul tavolo della Stato-città di oggi andranno anche i decreti di ripartizione ai comuni dei ristori Imu (a causa della cancellazione della seconda rata d’imposta per le attività economiche oggetto di chiusura a causa del Covid) e del Fondo di 82,5 milioni compensativo delle minori entrate derivanti dall’esonero fino al 31 marzo del canone unico per l’occupazione di suolo pubblico.
Rassegna stampa in collaborazione con Mimesi s.r.l.

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