Dirigenza pubblica – Anci in audizione: decreto ragionieristico, va corretto salvaguardando l’autonomia dei Comuni

Con comunicato del 07/10/2016 l’ANCI rende noto che:

“ll decreto legislativo sulla dirigenza appare più dettato da logiche ragionieristiche che dalla volontà di affrontare in modo risolutivo l’innovazione degli enti locali. E’ costruito sul prototipo delle grandi amministrazioni ministeriali, senza valutare le esigenze degli Enti locali: se non corretto si rischia l’autonomicidio”. Lo ha sottolineato Umberto Di Primio, sindaco di Chieti e vicepresidente Anci, intervenendo in Commissione Affari costituzionali della Camera per un’audizione sul decreto legislativo dirigenza pubblica, di attuazione della Riforma Madia. Con lui Jacopo Massaro, sindaco di Belluno e presidente della commissione Anci Personale.

I sindaci hanno rimarcato un eccesso di delega nella previsione di un potere autorizzatorio del Dipartimento della Funzione pubblica e della Ragioneria dello Stato sulle nuove assunzioni di dirigenti anche negli Enti locali. “C’è un contrasto evidente con i principi della legge delega e più in generale con una palese violazione dell’autonomia dei Comuni”, hanno sostenuto.

Il punto più critico evidenziato riguarda il regime dei dirigenti privi di incarico, in quanto il decreto prevede che il dirigente in disponibilità, finché non riceve un nuovo incarico, rimane sul bilancio dell’ultimo ente che lo ha assunto. Si tratta di una soluzione insostenibile che “creerà un ulteriore aggravio di costi per i Comuni, tanto più che – ha spiegato Di Primio – esiste un tetto di spesa per il personale, confermato dalle ultime leggi di bilancio, che renderebbe di fatto impossibile lla copertura delle posizioni dirigenziali vacanti”. In questo modo “si rischia di annullare l’obiettivo della riforma e di irrigidire se non di bloccare la mobilità di dirigenti tra enti locali”. Da qui il correttivo proposto dall’Anci di un fondo di solidarietà, analogo a quello previsto oggi per segretari comunali, che metta a carico dell’intero comparto l’onere economico del dirigente senza incarico e quindi in disponibilità.

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