Decaro: “Puntare sui Comuni, al Paese serve uno shock“

Con comunicato del 18 luglio 2018 l’ANCI rende noto che il fatto che i Comuni investano non è soltanto una necessità per i cittadini, ma un’occasione, un volano economico per l’intero Paese.

“Per questo ho ricordato al ministro dell’Economia che gli amministratori degli enti locali sono in attesa di alcune misure fondamentali e non possono più aspettare”. Lo dichiara il presidente dell’Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, intervenendo al convegno “Partenariato pubblico privato: nuovi investimenti e controllo della finanza pubblica” che si è svolto oggi al ministero dell’Economia e delle finanze e aperto dal ministro Giovanni Tria.

I Comuni, dovendo far fronte alla contrazione delle risorse – ricorda Decaro – hanno utilizzato nuovi contenitori, come i programmi europei, e strumenti, come il partenariato pubblico privato, con risultati apprezzabili: i Comuni sono i primi committenti con 2.655 bandi attivi nel 2017 e con un valore complessivo di 33 miliardi, il 37 per cento dell’intero mercato del PPP. Certo esistono alcune criticità, come le procedure complicate, le difficoltà di far assumere al privato i rischi mantenendo la regia pubblica dell’iniziativa, le competenze non sempre adeguate nelle amministrazioni più piccole, anche per via del blocco del turn over. Per realizzare gli investimenti è necessario incrementare e agevolare il ricambio generazionale del personale dei Comuni. Negli anni di blocco del turn over abbiamo perso il 15 per cento di dipendenti: più di 50 mila unità. Anche l’innalzamento del ricambio al 100 per cento (che comunque non riguarda tutti i Comuni ma solo i più piccoli) ovviamente non è sufficiente a recuperare il ridimensionamento di anni di turn over bloccato. Va lasciato come unico vincolo il rispetto della media del triennio 2011/2013”.

Decaro ha quindi riepilogato le richieste dei Comuni in vista della legge di bilancio. “E’ fondamentale liberare gli avanzi di amministrazione per dare uno choc alla spesa di investimento. Bisogna aiutare i Comuni a rimettere in moto un ciclo ordinario degli investimenti attraverso: la programmazione, che significa stabilità di risorse, fondi per la progettazione, procedure più efficienti nella filiera della spesa per investimenti. Chiediamo il rifinanziamento del Bando periferie, un’operazione di successo sia perché ha innescato una fondamentale collaborazione tra Comuni all’interno delle Città metropolitane, sia perché ha avviato quella operazione di rammendo, dovuta, attesa, in quartieri nati per dare una risposta all’emergenza abitativa e mai dotati dei fondamentali spazi di socializzazione. Vogliamo una task force che supporti i Comuni per partecipare ai bandi di gara. Non è più rinviabile la ristrutturazione del debito il cui costo, troppo alto, satura la capacità di indebitamento dei Comuni e di conseguenza bloccano gli investimenti. Infine è necessario graduare l’accantonamento al fondo crediti dubbia esigibilità, altra leva che determina rigidità di bilancio. E attendiamo quei fondi, 560 milioni, di tagli non più previsti dal 2019 anche per operare una perequazione verticale che un po’ corregga certi eccessi della perequazione orizzontale”.

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