Corte di Conti: troppe norme e funzionari “zelanti” favoriscono la corruzione.

La CGIA di Mestre con comunicato del 12/03/2014 rende noto la posizione della Corte dei Conti sul problema della corruzione precisando che:

Come è noto, una delle principali distorsioni del sistema italiano è l’eccesso di burocratizzazione e la complessità delle norme. Fattori che, come ha spiegato il presidente della Corte dei Conti, Raffaele Squitieri, in un’audizione di fronte alla commissione parlamentare per la Semplificazione, hanno prodotto, a loro volta, fenomeni di corruzione.

Secondo il capo della magistratura contabile, in particolare, esistono nelle procedure fiscali casi di complessità del tutto ingiustificati che, mediante “illogiche duplicazioni”, comportano oneri aggiuntivi. Negli ultimi decenni, poi, le norme amministrative sono cresciute sia di numero che di farraginosità; questo ha facilitato l’insorgere di casi di corruzione, specie da parte di chi “avendo parte nel procedimento, è in grado di accelerare, rallentare o evitarne passaggi procedurali”.

Secondo Squitieri, la “puntuale osservanza di tali procedure da parte dei funzionari pubblici, specialmente attenti a prevenire eventuali loro responsabilità, ha determinato un grave rallentamento dell’azione amministrativa”. In sostanza, ha precisato, gli operatori pubblici hanno preferito, non di rado, far prevalere le regolarità formale dell’atto sulla sua utilità, economicità ed efficacia. Per contribuire a risolvere il problema sarebbe opportuno, tra le altre cose, mettere il contribuente nelle condizioni di avere comportamenti fiscali corretti nella fase di adempimento, mettendo loro a disposizione, ad esempio, moduli precompilati per la dichiarazione dei redditi.

 

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