Città metropolitane – Funzioni e risorse vengano definite in modo adeguato già nella Legge di stabilità.

Con comunicato del 13/10/2014 l’ANCI rende noto che:

Chiarezza e celerità nel riordino delle funzioni e nella quantificazione delle relative risorse, già a partire dalla Legge di stabilità. E’ Quanto richiesto dai sindaci delle Città metropolitane, riunitisi sabato 11 ottobre a Firenze nell’ambito del Coordinamento Anci delle Città metropolitane. I primi cittadini, rappresentati per l’occasione dal sindaco di Torino e presidente dell’Anci Piero Fassino, dal sindaco di Firenze e coordinatore Anci per le Città metropolitane Dario Nardella e dal primo cittadino di Catania Enzo Bianco hanno presentato un documento che verrà sottoposto a breve a a Governo e Regioni.

“Nelle settimane in cui i sindaci sono impegnati ad assolvere tutti gli adempimenti necessari per la messa a regime dei nuovi enti entro la fine di quest’anno – ha spiegato Fassino al termine della riunione – chiediamo anche a chi di dovere di definire questioni fondamentali ancora non chiarite. A partire dalle Regioni, che devono decidere quali funzioni delegare alle Città metropolitane, in aggiunta a quelle fondamentali. Connessa a questa, c’è anche la questione delle risorse: è chiaro che – ha argomentato il presidente Anci – dato che la legge affida alle Città metropolitane poteri maggiori rispetto a quelli delle Province uscenti, le relative risorse per l’espletamento di quei poteri dovranno essere adeguate”. E queste risorse, ha inoltre sottolineato, “dovranno provenire da fonti di finanziamento direttamente assegnate ai Comuni, a partire da quelle sui fondi comunitari e su capitoli strategici dell’attività quotidiana delle amministrazioni, come ad esempio il trasporto pubblico locale”.

I sindaci hanno poi chiesto che, “all’indomani dell’istituzione delle Città metropolitane, la legge preveda finalmente il definitivo superamento del Patto di stabilità interno, rivelatosi in questi anni un vincolo opprimente per le politiche di investimento degli enti locali, e quindi per il reale rilancio dell’economia. Infine – ha rimarcato Fassino – chiediamo che alle Province uscenti vengano assicurate le risorse necessarie per erogare i propri servizi fino al loro ultimo giorni di attività. Sarebbe paradossale che alle Città metropolitane fossero ‘consegnati’ enti già in dissesto”.

Per questi motivi il sindaco di Torino ha auspicato che, anche tramite l’Osservatorio istituito dalla legge Delrio, “si dia vita ad un costante coordinamento interistituzionale sull’applicazione della riforma, con Anci, il governo e la Conferenza delle Regioni, con un’agenda che consenta il continuo monitoraggio e la valutazione condivisa del percorso di istituzione dei nuovi Enti”.

Per il padrone di casa e sindaco di Firenze, Dario Nardella, “l’Italia uscirà dalla crisi solo se si punterà senza indugi sulle Città metropolitane. In caso contrario, avremo perso una straordinaria opportunità di sviluppo”. “I sindaci delle Città metropolitane – ha detto poi Nardella – sono già pronti: non ci muoveremo in ordine sparso, ma attraverso una pianificazione strategica condivisa. I Piani di sviluppo di ogni Città saranno solo capitoli di un complessivo e condiviso Piano strategico di sviluppo per il Paese, che fin da ora sottoponiamo ai cittadini, al Governo e alle Regioni. Un Piano – ha proseguito il sindaco toscano – che passa da elementi fondamentali come l’innovazione, l’internazionalizzazione delle imprese, gli investimenti sulle smart cities, un welfare moderno, che tenga conto anche dell’emergenza sociale legata alla questione dell’accoglienza dei migranti”.

“Mentre ci accingiamo a completare tutti gli adempimenti istituzionali per la messa a regime dei nuovi Enti – ha aggiunto e concluso Nardella – vogliamo assicurare ai cittadini che le Città metropolitane non saranno una copia sbiadita delle vecchie Province, ma un vero e proprio strumento moderno, giunto peraltro in spaventoso ritardo rispetto al resto d’Europa. Una svolta per il Paese, che inciderà positivamente sulla carne viva della quotidianità di tutti i cittadini”.

Da parte sua il sindaco di Catania Enzo Bianco ha ricordato come sia stata “la Regione Sicilia la prima ad istituire le città metropolitane però poi non ha stabilito né la governance, né le competenze, ed ha rinviato a successiva legge”. Bianco ha perciò chiesto all’assemblea regionale “di recepire la legge Delrio in modo tale che quello che si sta facendo oggi a Torino, a Genova, a Venezia ea Bari, si faccia anche a Palermo e Catania che sono città metropolitane a pieno titolo”. Il sindaco di Catania ha inoltre spiegato che l’avvio della ‘Delrio’ nell’Isola “non è stato possibile farlo prima perché l’assemblea regionale siciliana è in una condizione di grande difficoltà politica. Noi in Sicilia facciamo un pessimo uso dell’autonomia speciale. Ecco perché chiediamo semplicemente un articolo unico: che la legge Delrio venga recepita. Molti sull’argomento sono d’accordo, speriamo lo voglia capire anche il governatore Crocetta”.

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