Spending review, Patroni: in arrivo tagli a sanità e auto blu

Fonte: Ansa

ROMA – “Sicuramente è possibile ci siano dei tagli sulla spesa sanitaria. Per quanto riguarda le auto blu che sono di mia competenza abbiamo previsto un risparmio calcolabile in 350 milioni”. Così il ministro della Funzione Pubblica Filippo Patroni Griffi rispondendo a chi gli chiedeva se vosse vero che i maggiori introiti previsti dalla spending review arriveranno da tagli alla sanità e dal taglio delle auto blu. Secondo altre ipotesi dal primo resoconto di spesa, che il commissario Enrico Bondi dovrà presentare in settimana a Monti, dovrebbe risultare che la parte più consistente dei 4,2 miliardi di risparmi previsti dalla spending review dovrebbe derivare per 3 miliardi dalla riorganizzazione degli appalti.

Il ministero della Funzione Pubblica ha istituito una task force per il monitoraggio delle consulenze esterne delle pubbliche amministrazioni sull’esempio del monitoraggio sulle auto blu. Lo ha annunciato Patroni Griffi prima di un’audizione in commissione finanza alla Camera. Della Task Force faranno parte la Corte dei Conti, l’ispettorato delle finanze e l’ispettorato della funzione pubblica.

I dati sui distacchi sindacali “non lasciano indifferenti. Stiamo riflettendo su questo aspetto con il professor Amato che deve approfondire il tema del finanziamento a partiti e sindacati”. Così il ministro della Funzione Pubblica commentando la relazione della Corte dei Conti sul lavoro nel settore pubblico diffusa ieri. I distacchi, ha spiegato, potrebbero essere configurati come “finanziamento indiretto ai sindacati”.

di Francesco Carbone

La prima ‘sforbiciata’ alla spesa pubblica: è l’argomento sul tavolo durante l’incontro tra il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Piero Giarda che ha incardinato il dossier e il super-commissario incaricato di ‘sforbiciare’ le uscite pubbliche, il ‘risanatore’ Enrico Bondi. Una prima iniziativa la annuncia intanto il ministro per la Pubblica Amministrazione Filippo Patroni Griffi: “stiamo ragionando su un’idea con la Guardia di Finanza e la Corte dei Conti: fare verifiche ispettive un po’ a sorpresa sulle consulenze esterne”.

La riunione servirà a fare il punto della situazione anche se chiaramente nei giorni scorsi molte sono state le occasioni di confronto tra Giarda e Bondi ma anche tra il commissario e gli altri membri di governo. E tra questi anche il ministro per la P.A., Filippo Patroni Griffi, tra i più attivi su questo fronte. Ma la presenza di Bondi è stata segnalata in questi giorni anche più volte al Tesoro e alla Ragioneria dello Stato impegnata come sempre a fare i ‘conti’. Si dovrebbero così tirare le prime somme e decidere il percorso con un primo intervento (via decreto) che arriverà prima dell’estate. Anche se l’assenza del premier Mario Monti e del viceministro, Vittorio Grilli, impegnati all’Ecofin farebbe pensare che non si affronterà già oggi il tema del programma di lavoro che il decreto di nomina di inizio maggio prevedeva in 15 giorni. Il primo obiettivo della ‘spending review’ è comunque noto: rintracciare circa 4 miliardi per evitare il già programmato aumento dell’Iva che scatterebbe dal prossimo mese di ottobre. Un aumento che lo stesso governo, le parti sociali, le forze economiche ma soprattutto i semplici cittadini già colpiti dal precedente aumento (ad aprile, ad esempio, il rincaro del cosiddetto carrello della spesa è stato del 4,7%, il più alto da settembre 2008) non vedono di buon occhio dato il suo effetto decisamente depressivo.

Un aumento però inevitabile per centrare il target fissato con Bruxelles che porterà l’Italia ‘close to balace’, cioé di fatto ad azzerare il deficit nel 2013. Moltissime le sollecitazioni arrivate nel frattempo al Governo. A partire da quelle dei cittadini: 95.000 segnalazioni sul sito di Palazzo Chigi su sprechi pubblici, mala-spesa, inefficienze varie. Una ‘mole’ di indicazioni che ha avuto un obiettivo soprattutto: le spese della politica. Ma l’intervento di Bondi, come del resto prevede lo stesso decreto di nomina (ora all’esame del Senato), si fermerà proprio davanti alle porte dei Palazzi. Sono infatti esclusi dall’intervento di tagli Quirinale, Camera, Senato e Corte Costituzionale che dovranno procedere (e stanno procedendo) in modo autonomo. Dunque si stringe anche perché il decreto prevede che entro fine mese i singoli dicasteri indichino cosa e quanto tagliare. I tagli non saranno comunque orizzontali, ma mirati. L’importo é rilevante: 4,2 miliardi in sette mesi equivalgono infatti a 7,2 miliardi su base annuale. E spazio per altri tagli ne resta molto: 4,2 miliardi sono il 9,5% degli 80 miliardi di spesa che il rapporto dello stesso Giarda considera rivedibile

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